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Ddl Lorenzin: Ordine dei medici sulle barricate, perplessità dalla Fofi

Ordini in subbuglio per il ddl Lorenzin, da lunedì 9 ottobre all’esame dell’aula di Montecitorio dopo l’ok impartito l’altra settimana dalla commissione Affari sociali. Sulle barricate c’è soprattutto la Fnomceo, la Federazione degli ordini dei medici e degli odontoiatri, che mercoledì ha annunciato il ritiro delle proprie delegazioni da tutti i tavoli istituzionali. Tra le novità meno Camicigradite del testo le disposizioni dirette a riordinare la disciplina ordinistica, che in diversi casi entrano incisivamente su prerogative e funzionalità degli ordini. E’ il caso, per esempio, delle norme che impongono alle organizzazioni professionali equilibrio di genere, rinnovo generazionale e adeguata rappresentanza di tutte le componenti; oppure di quelle che limitano la rieleggibilità delle cariche apicali e prescrivono il voto elettronico. O ancora, obbligano gli ordini provinciali a fornirsi di revisori iscritti allo specifico albo di categoria.

«Prendiamo atto» è l’accusa della Fnomceo «che l’attuale testo supera l’esigenza di un adeguamento istituzionale, per rappresentare di fatto l’introduzione di un primato della politica dei partiti sulle rappresentanze della professione». Al Parlamento, quindi, viene rivolto l’invito a «rivedere la propria posizione e tenere conto del fatto che l’autonomia della professione dalla politica è elemento di tutela e garanzia». Intanto, continua la nota, verrà convocato d’urgenza «un Consiglio nazionale straordinario per dare atto ai presidenti degli Ordini provinciali di aver svolto il mandato di merito affidatogli e condividere la proposta di sospendere ogni collaborazione istituzionale anche a livello periferico».

Perplessa sul ddl Lorenzin anche la Federazione degli ordini dei farmacisti: «Il testo» afferma il segretario nazionale, Maurizio Pace, in un comunicato diffuso ieri «introduce elementi di novità che non vanno nella direzione di una riforma degli Ordini, ma sono di fatto un elemento di paralisi della loro attività». Ad aggravare, continua la nota «c’è anche la mancanza di qualsiasi gradualità nel passaggio al nuovo assetto e la presenza di numerose lacune. Il testo, per esempio, prevede quorum elevati per le elezioni dei Consigli, ma non dà alternative qualora tali soglie non vengano raggiunte né in prima né in seconda convocazione». L’augurio, conclude dunque Pace «è che i lavori della Camera introducano elementi correttivi su questi e altri aspetti del ddl, coniugando l’auspicato efficientamento con la salvaguardia dei principi alla base della vita degli Ordini. Altrimenti si sarebbe autorizzati a considerare questa che doveva essere una fase di modernizzazione un atto di ostilità della politica – e non sarebbe il primo – nei confronti dei corpi intermedi della società».

Federfarma – 06/10/2017

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Redazione Fedaisf

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