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Disease mongering. Una malattia per ogni pillola

Il numero di accordi "potenzialmente anticoncorrenziali" stretti tra le aziende produttrici di farmaci griffati e generici negli Stati Uniti è aumentato in modo significativo nel 2012 rispetto al 2011. Lo rivela un nuovo rapporto della Federal Trade Commission: l’agenzia antitrust Usa ne ha individuati 40 durante l’anno che si è appena concluso, contro i 28 di quello precedente.

E si tratta della maggiore quantità da quando la Ftc ha iniziato a raccogliere i dati nel 2003. In quasi la metà dei casi (19), "i brand potrebbero aver promesso di non sviluppare o commercializzare un generico autorizzato a patto che le aziende di equivalenti non commercializzino un prodotto concorrente".

Nel complesso, gli accordi raggiunti nel 2012 hanno coinvolto 31 diversi medicinali di marca con vendite annuali negli Stati Uniti di più di 8,3 miliardi di dollari. Il presidente della Ftc, Jon Leibowitz, ha detto che "purtroppo, la relazione di quest’anno rende chiaro che il problema degli accordi ‘pay-for-delay’ sta peggiorando, non migliorando".

Leibowitz ha aggiunto che "sono sempre di più le aziende farmaceutiche coinvolte in questi accordi e i consumatori continuano a pagarne il prezzo". In risposta alla relazione della Ftc Ralph Neas, amministratore delegato della Generic Pharmaceutical Association ha sottolineato che l’agenzia "continua a perpetuare il mito che questi accordi siano dannosi per i consumatori.

Una posizione infondata che non ha ricevuto il sostegno né del Congresso né dei tribunali. Essi non hanno mai impedito la concorrenza e hanno portato ad abbassare il costo dei generici e a renderli disponibili anche anni prima che un brevetto scada".

Barbara Di Chiara – 22 gennaio 2013 – PharmaKronos

 

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