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Fine della corsa per le flotte aziendali

Quella che sta investendo il settore dell’auto è una crisi a tutto tondo. Nessuno ne resta escluso, compreso il comparto del noleggio, fino al 2011 “isola felice” in un mare già burrascoso. La fiscalità italiana, divenuta ormai insostenibile, e la congiuntura economica hanno bloccato la crescita del settore i cui indici, in questi mesi del 2012, si sono trasformati in negativi. E la situazione è destinata a peggiorare a causa della stretta fiscale prevista per l’auto nel Ddl Lavoro che preleva una parte delle risorse necessarie per la riforma del lavoro proprio dall’auto aziendale, prevedendo minore possibilità di deduzione per i veicoli assegnati ai dipendenti (dal 90 al 70%) sia per quelli a disposizione di imprese e professionisti (dal 40 al 27,5%).
Il gettito previsto dal Tesoro, grazie alla minore deducibilità dei costi dell’auto aziendale, è di 801 milioni per il 2013, di 1.057 milioni per il 2014 e di 1.057 per il 2015. Il provvedimento rischia però di frenare un settore che negli ultimi anni ha sostenuto il mercato dell’auto e il suo indotto, facendosi promotore di correttezza fiscale (tutte le spese connesse al noleggio sono fiscalmente tracciabili).
Una misura che come spiega Paolo Ghinolfi (vedi intervista sottostante), presidente di Confindustria Aniasa, impatta negativamente non solo sul mercato dell’auto aziendale, ma danneggia le 65mila aziende che ogni giorno utilizzano l’automobile per le proprie attività, e che già oggi sopportano costi superiori (i trasporti rappresentano il 6-8% dei costi complessivi aziendali) rispetto ai propri competitor internazionali.
E così, dopo due anni contrassegnati da indici negativi (2009 e 2010) e un 2011 all’insegna della ripresa, i dati relativi al primo trimestre dell’anno secondo Aniasa testimoniano come «si sia interrotta la crescita del settore che evidenzia fatturato (-0,3%) e flotta circolante (-0,2%) in leggero calo, ma soprattutto circa 18mila immatricolazioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2011».
In attesa di un migliore scenario economico, la clientela aziendale (oltre 65 mila aziende e 2.400 Pa) sta ritornando a chiedere una proroga dei contratti, allungando il periodo di permanenza in flotta dei veicoli e producendo una contrazione della domanda.
Ghinolfi, a proposito, insiste nell’evidenziare l’importanza del settore per l’economia del Paese: «Lo scorso anno il giro d’affari aveva superato i 5 miliardi di euro (+2,2% sul 2010); le immatricolazioni che, a differenza di un mercato dell’auto in forte perdita, erano cresciute del 12,3% (passando da 269mila a 302mila) e si era registrato un aumento generalizzato della flotta circolante (+2,4%)».
Nel libro nero di Confindustria Aniasa sono elencati i diversi fattori che, negli ultimi mesi, sono intervenuti a penalizzare il settore dell’automotive, del noleggio e della clientela aziendale che ne fruisce: dall’aumento dell’imposta di trascrizione (per Ipt previsti maggiori costi per il noleggio di circa 70 milioni) dello scorso luglio, al superbollo, passando per gli aumenti incontrollati delle assicurazioni e dei carburanti; senza dimenticare che queste misure impattano su aziende già alle prese con una crisi senza precedenti, con il ritardato pagamento delle PA e con la stretta creditizia che toglie il respiro a numerosi imprenditori. Tutti questi fattori, insieme all’incertezza degli scenari economici influenzeranno anche la domanda di noleggio nel 2012, sia a lungo che a breve termine.
Come rileva il Centro studi auto aziendali, diretto da Gian Primo Quagliano, «dal 1991 al 2011 il prezzo su strada di un’auto media a benzina è aumentato del 98,9%, men

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