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Generici, ormai in Europa è senza brevetto il 62% dei farmaci

I farmaci equivalenti rappresentano il 62% dei medicinali dispensati in Europa, ma impattano soltanto sul 4% del budget sanitario complessivo dell’Europa. Il dato, che testimonia per la prima volta il “sorpasso” degli equivalenti sui brand, è contenuto nel Report “Global Healthcare Trends and Outlook“, presentato giovedì da Alan Sheppard, Principal thought leadership di Risultati immagini per farmaci generici ritirati dal commercioQuintilesIms, in occasione delle conferenze congiunte delle associazioni europea e mondiale delle aziende produttrici di generici – Medicines for Europe e Igba- in corso a Lisbona. Al centro degli incontri, oltre alla cooperazione internazionale in materia di regolamentazione, i dati provenienti da diversi studi che evidenziano la necessità di una revisione urgente delle politiche farmaceutiche per stimolare l’accesso più ampio a equivalenti e biosimilari.

Dalle rilevazioni di QuintilesIms, in particolare, emerge la fotografia di un pianeta Pharma che è cresciuto del 6,5% negli ultimi 5 anni (per arrivare a un giro d’affari di 936 miliardi di dollari) e crescerà del 3-6% nei prossimi per superare nel 2021 un gio d’affari di 1.400 miliardi di dollari. Protagonisti saranno gli Usa, con un +5-8%, mentre i Paesi in via di sviluppo (Cina in testa) faranno registrare un incremento del 6-9% e l’Europa resterà quasi stabile attorno al +2-3%. Il 34% della spesa farmaceutica sostenuta oggi a livello globale, inoltre, afferisce a cinque aree terapeutiche: oncologia 21%, diabete 16%; patologie autoimmuni 15%, dolore 3%; respiratorio 5%. In questo scenario due le aree da monitorare con attenzione: quella dei biologici, che già oggi rappresentano globalmente un mercato da 250 miliardi di dollari, con uno share di del 59% negli Usa e del 17% nell’Ue a 5 (e paiono destinati a valicare la soglia dei 400 miliardi di dollari entro il 2021, grazie a una pipeline di oltre 7mila farmaci in sviluppo) e quella degli equivalenti, che catalizzano il 70% del mercato a volumi (23% a valori) nell’America del Nord, il 62% (29% a valori) in Europa e il 40% (18% a valori) nel mercato giapponese.

Fattori guida dell’avanzata del mercato degli equivalenti – secondo Sheppard – la capacità di creare maggiore accesso, la presenza di linee guida ad hoc, gli incentivi per gli operatori sanitari, il co-payment ed il trend delle scadenze brevettuali: «Per ottenere un efficiente mercato degli equivalenti» ha detto «sono necessarie politiche adeguate capaci di indirizzare domanda e offerta, utilizzando sia i meccanismi della competizione garantendo rapido accesso al mercato, sia adeguati strumenti di comunicazione e cultura capaci di far crescere la consapevolezza sul valore comparto».

(Federfarma – 17/06/2017)

Redazione Fedaisf

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