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Il brevetto scade; la pressione scende

In Italia i risultati delle terapie contro la pressione alta “miglioreranno quando per tutte le classi di farmaci antipertensivi ci saranno generici corrispondenti, e i medici non saranno più sospettati di avere conflitti di interessi nella prescrizione di medicinali griffati”. Ad affermarlo è Enrico Agabiti Rosei, presidente della Società italiana dell’ipertensione arteriosa (Siia), commentando i risultati di uno studio pubblicato sugli “Archives of Internal Medicine” che rivela come l’Europa sia molto indietro rispetto agli Stati Uniti nella cura della pressione alta.

“E’ da molti anni – dice l’esperto – che la disiformazione fa sì che i medici vengano visti come ‘schiavi’ delle industrie farmaceutiche, capaci solo di prescrivere per interesse economico. Questo vale soprattutto per farmaci contro disturbi molto diffusi, quale è ad esempio l’ipertensione. Nel giro di un anno, però – evidenzia Agabiti Rosei – scadranno i brevetti di alcuni prodotti ‘blockbuster’ in tutto il mondo e, avendo a disposizione dei generici, potremo liberarci dei pregiudizi e far sì che i pazienti seguano di più e meglio le terapie, liberi da ogni sospetto”. Secondo il presidente della Siia, infatti, la differenza di risultati in termini di controllo della pressione registrata fra Usa e Vecchio continente “si spiega perchè, almeno da noi, c’è una scarsa aderenza alle cure, e i medici sono anche un pò ‘pigri’ nel diagnosticare l’ipertensione. Si tratta di cambiare atteggiamento, stili di vita e approccio verso la malattia: in pratica, è la mentalità che va adeguata ai nostri tempi”. Da Doctornews 23-01-07
 

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