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Il dramma degli operai della Sigma Tau

La vertenza contro i licenziamenti del colosso della farmaceutica riprende la porssima settimana dal Prefetto Pecoraro. Le accuse dei sindacati: “Le lettere sono state recapitate con criteri inumani. In cassa integrazione finiscono persone affette da distrofia muscolare, malati di tumore, coniugi della stessa famiglia; riceve la missiva persino un informatore in coma che muore dopo due giorni

Venerdì, 27 gennaio 2012 – 16:22:00

Sono accampati da giorni davanti il largo cancello di uno degli ultimi colossi farmaceutici made in Italy, tolti i grembiuli da laboratorio hanno indossato quelli da cuoco per garantire un piatto di pasta e un panino con i wurstel a tutti i colleghi che hanno aderito al presidio di protesta, fisso notte e giorno, per urlare la loro rabbia. La rabbia di chi ha speso una vita sui libri, con la passione di chi considera il lavoro una missione; la rabbia di chi ha costruito la propria famiglia sulla certezza di uno stipendio e ora si trova senza più nulla.

Dimenticati da media nazionali, o forse volutamente ignorati, non si arrendono i lavoratori della Sigma-Tau, raggiunti lo scorso 18 gennaio da un telegramma che annunciava l’inizio di un incubo. L’azienda, uno dei più importanti gruppi farmaceutici italiani con sedi sparse in tutto il mondo, 2441 dipendenti e un fatturato annuo di 613 milioni di euro, dichiara lo stato di crisi nelle sedi italiane e spedisce in cassa integrazione 569 lavoratori, tra operai, impiegati, informatori scientifici, ricercatori. Una mossa che di fatto blocca l’attività nello stabilimento lungo la via Pontina, nella zona industriale di Pomezia, un mega impianto di 290mila metri quadrati, sede anche della società Avantgarde. Le lettere sono state recapitate senza alcun criterio, dicono i sindacati che denunciano un trattamento inumano: in cassa integrazione finiscono persone affette da distrofia muscolare, malati di tumore, coniugi della stessa famiglia; riceve la missiva persino un informatore in coma che muore dopo due giorni. Un comportamento che lascia sgomento chi in quest’azienda, che dal 2002 ha adottato un suo Codice Etico, ci ha creduto davvero e pensa ancora sia impossibile che ciò stia accadendo veramente.

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