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L’economista: austerity sui sanitari peggio dei tagli ai Lea

Cari colleghi,

Vi ringrazio per gli interventi seguiti alle considerazioni deliranti di un professionista della comunicazione, pure avvocato, che forse, inebriato dal ruolo in difesa del cittadino consumatore, con convinzione travisa a tal punto, dal considerare gli Informatori scientifici del farmaco, come uno dei tanti oggetti di largo consumo usa e getta, e non come un lavoratore con i problemi di ogni essere umano, la famiglia i figli, il lavoro. Va da se, oggi fa appeal il populismo, la caccia alle streghe, infangare i lavoratori. Tanto ormai che differenza fa, dalla politica ai sindacati, ci mancavano solo gli avvocati. Caro Rienzi Lei molto diligentemente ha elencato una serie di notizie che certo non edificano la nostra immagine, purtroppo così è la vita, sa dirmi in quale settore non esistono simili problemi? Anche tra gli avvocati…se volessimo raccogliere qualche testimonianza, penso non basterebbero pochi libri per elencarle, non credo ne uscirebbero interi. Un prete pedofilo, non rappresenta il clero, un avvocato disonesto non rappresenta gli avvocati. Cosa vorrebbe dimostrare con simili esternazioni? Personalmente non riesco a giungere ad alcuna conclusione su quanto da lei riportato. Il suo tentativo, di intavolare una discussione in questo modo, per me che sono un comunicatore, lo definisco maldestro e ingenuo oltre che profondamente offensivo dell’uomo lavoratore. Dice bene il collega che ha riportato il proverbio: “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, e lei, dopo le nostre reazioni, le tante risposte che le sono giunte attraverso il blog e facebook, non si è ancora reso conto che forse avrebbe dovuto informarsi meglio sul nostro conto.

Accade forse che, troppo successo porta l’uomo a guardare dall’alto verso il basso gli altri (comuni mortali) e lei, come ho appreso dal suo blog, ricorre allo strumento della querela e si appella all’articolo 21 della Costituzione “sulla libertà di espressione e di informazione “, peccato, perché nelle sue espressioni ha offeso una intera categoria facendo di mille erbe un unico fascio. Dovrebbe riflettere con un po più di umiltà e attenzione naturalmente.

Per quanto mi riguarda, l’argomento è chiuso.

Antonio Scano 
Federaisf Cagliari

 

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