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L’Italia è al terzo posto in Europa per la produzione farmaceutica

(Adnkronos Salute) – Per produzione farmaceutica, la Svizzera si posiziona al primo posto in Europa (17%), seguita da Germania (13,7%) e Italia (12,2%). Nel nostro Paese, la produzione si è attestata su un totale di 25,7 miliardi di euro, con un trend di crescita del 19% rispetto al 2005: un dato positivo a fronte della decrescita registrata da Paesi come la Francia (-35%). Le esportazioni si attestano per l’Italia su 17,2 miliardi di euro, mentre Germania e Svizzera insieme concorrono a un terzo dell’export farmaceutico totale (107 miliardi di euro). Sono i dati emersi oggi in occasione del convegno ‘Crescere in salute in Italia e in Europa. Le priorità del semestre di presidenza italiana dell’Ue’, promosso da I-Com (Istituto per la competitività).

La spesa dell’industria farmaceutica in produzione, ricerca, beni intermedi e salari – rivela il Rapporto I-Com – contribuisce al Pil dei principali Paesi Ue per un valore pari a circa l’1%. Fa eccezione la Svizzera, che esprime un valore pari a circa il 5%, in virtù di una capacità produttiva e di investimento ben sopra la media. Complessivamente, l’impatto del settore sul valore aggiunto varia dai 23 miliardi della Svizzera ai 9,6 miliardi della Spagna. Per l’Italia il dato sorpassa di poco i 14 miliardi di euro, superiore alla media degli altri produttori europei.

Il maggiore moltiplicatore di spesa è quello italiano: per ogni euro speso per la produzione farmaceutica, si generano 2,09 euro ripartiti su tutti i settori dell’economia nazionale. Per questa ragione, l’impatto della spesa sulla produzione è in Italia superiore a quello svizzero (33,1 miliardi contro 32,8). La spesa per la produzione farmaceutica ha creato 168.000 posti di lavoro in Italia, 153.000 in Germania, 113.000 nel Regno Unito. L’Italia è però indietro rispetto ai partner europei sulla ricerca, con un investimento inferiore a 1,5 miliardi l’anno, pari al 6,6% degli investimenti totali nella R&S contro l’11,6% della Francia e il 16,5% del Regno Unito.

 

 

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