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Lombardia. Le nuove ricette non vanno online. I medici: “Prescrizioni impossibili”

Protestano Ordine e sindacati: “Col vecchio software non si può indicare il principio attivo”. La Regione, che per prima è passata all’informatica risponde, di fare a mano

di ALESSANDRA CORICA

Un cavillo informatico. Che però rischia di mandare in tilt il sistema sanitario lombardo: la legge sulla spending review varata dal governo ha introdotto per i medici di famiglia l’obbligo di prescrivere non più un medicinale specifico, ma solo il principio attivo del farmaco. Un giro di vite che la ha lo scopo di incrementare l’uso dei generici e tagliare la spesa farmaceutica. E che è scattato mercoledì in tutta Italia, Lombardia compresa. Peccato però che i software del Siss, il sistema informatico regionale che i medici devono usare per prescrivere i farmaci, non sia stato ancora aggiornato.

E che per gli 8mila camici bianchi lombardi non sia possibile emettere ricette secondo la nuova legge: «Il software – spiega Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano, che sta inviando lettere di protesta sia al governo sia al Pirellone – non riconosce la prescrizione del farmaco se non specificandone la marca: non è possibile indicare solo il principio attivo. Alle nostre rimostranze, ci è stato detto di ricorrere alla prescrizione vecchia maniera, con carta e penna: peccato però che i medici lombardi siano vincolati a fare almeno l’80 per cento della ricette online, pena una decurtazione dello stipendio dell’1,15 per cento. È una follia».

Nel 2010 la Lombardia ha introdotto – prima regione in Italia – le prescrizioni online: per i medici di famiglia è scattato l’obbligo di fare le ricette ‘rosse’ non più a mano, ma attraverso i software del Servizio informativo sociosanitario regionale. Il Siss, appunto. Obiettivo: controllare in tempo reale la spesa e snellire la burocrazia, inviando direttamente le prescrizioni alle Asl. Nelle intenzioni del Pirellone, un bel risparmio di tempo, carta e soldi, soprattutto considerando il numero elevato di ricette – oltre 20 milioni – emesse ogni anno in Lombardia.

La spending review approvata a Roma a inizio agosto ha introdotto, per contenere la spesa farmaceutica, la ‘prescrizione per principio attivo’. In pratica, il medico d’ora in poi dovrà specificare solo la molecola di base del medicinale, ma non più il marchio o la casa produttrice. «Ma questo oggi non è possibile – ribadisce Rossi – È un paradosso: da un lato, siamo obbligati a usare il software per scrivere le ricette. Dall’altro, però, il sistema non è stato aggiornato: noi adesso cosa dobbiamo fare?».

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