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L’uso distorto del potere sanzionatorio datoriale

Cari colleghi, ultimamente  sia sui giornali che sui media è un continuo parlare e discutere dell’art 18,in attesa della stesura definitiva e della approvazione da parte del governo della riforma del lavoro.

In quest’ultimo periodo poi nel farmaceutico è un continuo fiorire di sentenze  di  Tribunali e di chiarimenti da parte delle DPL (direzioni provinciali del lavoro) che chiariscono e dirimono le sempre maggiori contrapposizioni fra aziende e lavoratori.

In particolare, essendo presente uno scudo importante come l’art 18,che di fatto impedisce o quanto meno argina in maniera significativa molti licenziamenti incongrui ed ingiustificati, si assiste specialmente nel nostro settore ad una esplosione delle contestazioni disciplinari e del fenomeno del mobbing.

Purtroppo, per il mobbing, l’Italia risulta essere fortemente in ritardo non essendo riuscita ancora a rendere esecutiva la direttiva europea su tale tema con una specifica legge, anche se la legge sullo Stalking ha aperto un filone interessante da sfruttare.

Per quanto riguarda il fenomeno delle contestazioni disciplinari incongrue, nell’ultimo periodo alcune aziende hanno deciso di usare il pugno di ferro contro i lavoratori, attivando molto spesso contestazioni disciplinari assurde ed infondate che alla resa dei conti risultano essere poi completamente fasulle e che al vaglio di giudici e dei funzionari delle DPL decadono completamente.

Sfruttando una legislazione debole e più vicina alle aziende che ai lavoratori, che risultano essere il soggetto forte ,mentre il lavoratore da sempre è la parte debole, molti dirigenti del marketing spingono deboli direzioni del personale ad avventurarsi in acque poco sicure ed infide, attivando procedure incongrue e fondate su presupposti errati.

Basta molto poco, colui che in qualche modo diventa inviso al “potente” del momento diventa subito l’obiettivo degli strali aziendali. Da qui si passa a “setacciare” l’intera attività dello sfortunato lavoratore ed utilizzando anche investigatori privati che vengono sguinzagliati alle calcagna dello sfortunato di turno, si cerca qualsiasi appiglio per costruire un castello accusatorio che porti , sfruttando le tre contestazioni disciplinari in due anni, al licenziamento per giusta causa.

Utilizzando queste metodiche poco ortodosse questi deboli personaggi, cercano prima di sfiancare psicologicamente il malcapitato di turno e poi di eliminarlo dall’azienda. (classico esempio di mobbing)

Quanto accade è scandaloso per più motivi. Ovviamente è giusto che una azienda abbia la possibilità di avere a disposizione un potere sanzionatorio per ovviare a molte tematiche che si possono creare nella gestione del personale, ma l’utilizzo incon

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