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Merck usa minacce legali in Italia per contrastare il parere negativo su Zetia e Vytorin

Merck, Casa Madre, smentisce Merck Italia ed esprime ” ‘rammarico’ per aver usato minacce legali per spingere un ricercatore italiano opinion leader ad attenuare le sue critiche pubbliche ad uno dei farmaci anticolesterolo della società.”

In risposta alle ripetute minacce legali, un medico italiano ha ritirato il consiglio di limitare l’uso di un farmaco controverso. Il farmaco, l’ezetimibe, è il componente fondamentale in Zetia e Vytorin, ed è prodotto da Merck. Il farmaco ipocolesterolemizzante è stata oggetto di feroci polemiche perché non è mai stato dimostrato che migliorasse i risultati clinici. Nonostante le polemiche, nel 2013 i due farmaci hanno avuto vendite combinate di più di 2,6 miliardi di dollari.

Secondo il BMJ (British Medical Journal), che ha pubblicato la notizia della vicenda, la MSD Italia, braccio italiano della società, ha inviato due lettere “cease and desist” (“cessare e desistere”) ad Alberto Donzelli, Responsabile della formazione, appropriatezza e medicina basata sulle evidenze presso l’autorità di sanità pubblica di Milano (Milano Healthcare). La lettera è stata inviata anche al direttore generale della Sanità di Milano e a Roberto Carlo Rossi, presidente FNOMCEO di Milano.

Come riportato dal The BMJ, dopo la prima lettera Rossi ha risposto che la commissione medica aveva concluso “che non vi era alcun motivo di opporsi per motivi etici al comportamento di Donzelli. Donzelli ha anche risposto ad ogni punto sollevato nella lettera. ‘Ho esercitato il mio diritto di dire ai medici di medicina generale quanto emerso dalla nostra analisi approfondite sulla letteratura pubblicata, su una rete di base di pari livello scientifico.

In una seconda lettera MSD Italia “ha ribadito la sua intenzione di andare in tribunale a meno che Donzelli fermi la sua ‘attività gravemente dannosa, [che era] di offuscare l’immagine del farmaco e la reputazione dell’azienda.” Il direttore medico di MSD, Patrizia Nardini [nella foto a destra], ha riferito al BMJ: “Siamo a favore di un’informazione equilibrata, e abbiamo deciso di scrivere quelle lettere perché non abbiamo visto una disponibilità a valutare tutte le informazioni in modo bilanciato.”

Il mese scorso Donzelli si arrese e tolse il materiale controverso dal suo sito “fino a quando il problema sarà ulteriormente chiarito all’interno della comunità scientifica,” riporta The BMJ.

In una dichiarazione pubblicata, citando il BMJ, i redattori di cinque pubblicazioni italiane hanno espresso sostegno a Donzelli: “Nel processo educativo ed informativo, il dissenso deve essere espresso sulle pagine di riviste scientifiche come dovrebbe essere un dibattito tra colleghi, compresi i lettori, che saranno in grado di decidere liberamente quale sia la scelta più appropriata per i pazienti.”

Donzelli è quasi da solo nel criticare l’uso continuato di ezetimibe nonostante l’assenza di evidenza di beneficio clinico. Proprio di recente, ACP internist, un blog di medicina interna, ha sollevato la questione: “perché prescriviamo ancora quello che sembra essere un farmaco inutile?” L’uso continuato di ezetimibe nella pratica clinica è stato anche oggetto di servizi speciali su JAMA.

Aggiornamento, 7 luglio:

Matt Herper ora segnala che Merck esprime ” ‘rammarico’ per aver usato minacce legali per spingere un ricercatore italiano opinion leader per attenuare le sue critiche pubbliche ad uno dei farmaci anticolesterolo della società.” Ecco una dichiarazione che Harper ha ricevuto da un portavoce della Merck:

Merck è impegnata allo scambio aperto e trasparente di informazione scientifica. Crediamo che questo scambio avvenga in incontri medici e pubblicazioni scientifiche con revisioni fatte da ricercatori indipendenti. Crediamo che questo sia un episodio isolato in Italia ed esprimiamo rammarico per come esso è stato gestito dalla nostra azienda. Merck non ha intrapreso alcuna azione legale in relazione a questa situazione.

Herper riferisce che il portavoce di Merck ha affermato che Donzelli è libero di ripubblicare il suo materiale sul web “senza timore di ritorsioni legali provenienti da Merck.”

Un ultimo pensiero: io non posso non chiedermi come questa storia sarebbe stata giocata in un’epoca precedente, prima di Twitter e internet. È impossibile immaginare che questa cosa potesse essere risolta così rapidamente.

Fonte Forbes 7/06/2014  

Articoli correlati: L’indipendenza dell’informazione scientifica in sanità luglio 2, 2014

                           Merck Says It Regrets Strong-Arming Italian Researcher 7/07/2014 Forbes

                          MSD minaccia azioni legali per far cessare le critiche ad un suo prodotto 08/07/2014 Pillole.org

 

 

Redazione Fedaisf

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