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Milano. Soldi da farmaceutiche per prescrizioni

ANSA) – MILANO, 20 LUG – Favorivano l’assunzione di medici eparamedici di fiducia condizionando concorsi pubblici,percepivano soldi dalle case farmaceutiche in cambio dellaprescrizione dei farmaci, ricevevano il finanziamento da parte delle società farmaceutiche per convegni ed eventi. Sono alcuni dei risultati dell’indagine “Dominio” condotta dai carabinieri del Nas di Milano sulla gestione “illecita e clientelare” di una Asst (Agenzie Socio Sanitaria Territoriale) di Milano.

Questa mattina i militari hanno notificato 4 avvisi di garanzia per accuse – a vario titolo – di corruzione, induzione indebita adare o promettere denaro o altre utilità, abuso d’ufficio,truffa e riciclaggio. La procura di Milano ha disposto 29 perquisizioni e 21 ordini di esibizione di documentazione eseguite nelle province di Milano, Monza e Brianza, Lecco,Varese, Vercelli, Verona, Piacenza, Bologna, Roma, Firenze,Latina e Palermo.


Soldi dalle case farmaceutiche per prescrizioni e assunzioni: indagati 4 medici a Milano

Quattro tra medici e funzionari dell’Azienda socio sanitaria territoriale Fatebenefratelli-Buzzi di Milano sono indagati a vario titolo per corruzione, induzione indebita, abuso d’ufficio, truffa e riciclaggio. Sono accusati di aver condizionato alcuni concorsi pubblici, favorendo l’assunzione di medici e paramedici da loro prescelti, e di aver ricevuto soldi dalle case farmaceutiche per prescrivere i loro farmaci.

fanpage.it – 20 luglio 2017

Risultati immagini per Asst FatebenefratelliUn nuovo scandalo si profila nel mondo della sanità lombardo, considerato all’avanguardia in Italia ma spesso funestato da bufere giudiziarie. Quattro tra medici e funzionari di un’Azienda socio sanitaria territoriale di Milano sono infatti indagati, a vario titolo, per corruzione, induzione indebita a dare o promettere denaro o altre utilità, abuso d’ufficio, truffa e riciclaggio. I quattro, nello specifico dipendenti dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco (che oltre ai due famosi ospedali cittadini raggruppa anche il Buzzi e la clinica Macedonio Melloni), sono accusati di aver agito in modo “illecito e clientelare”. Nello specifico, secondo i carabinieri, abusando delle loro funzioni di pubblici ufficiali avrebbero condizionato alcuni concorsi pubblici, “favorendo l’assunzione di medici e paramedici da loro prescelti per meri interessi personali”. Inoltre avrebbero percepito soldi dalle case farmaceutiche “come premio in cambio dell’incremento della prescrizione dei loro farmaci, nonché per finanziare le assunzioni”.

Al centro del presunto sistema corruttivo le case farmaceutiche

Al centro del presunto sistema correttivo c’erano proprio le case farmaceutiche: secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti, infatti, le aziende finanziavano il sistema in maniera illecita, pagando enormi somme per convegni scientifici, corsi di aggiornamento e borse di studio che, in realtà, non venivano svolti o percepiti. Per nascondere il flusso di denaro, inoltre, i soldi venivano indirizzati verso alcune società fornitrici di servizi (organizzazione di eventi e convegni) compiacenti: queste società organizzavano gli eventi solo formalmente, ma in realtà distraevano i soldi ottenuti dalle società farmaceutiche e ridistribuivano il denaro nei conti correnti dei medici, ricompensati anche con beni come telefonini e computer.

Nell’ambito delle indagini, partite nell’autunno del 2016 e coordinate dalla procura di Milano, sono state eseguite 29 perquisizioni nelle province di Milano, Monza e Brianza, Lecco, Varese, Vercelli, Verona, Piacenza, Bologna, Roma, Firenze, Latina e Palermo.

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La realtà è però parecchio più complicata e sfrangiata, i decreti di perquisizione sono tutti diversi tra loro e con casistiche di ben diversa gravità, sono indicati i reati ma non descritte le condotte; e nella ventina di indagati subito si crea una spiacevole disparità tra quelli di cui inizia a essere verificato il nome (ad esempio perché lo stesso assessore al Welfare della Regione Lombardia in una nota fa riferimento all’indagine che «ha coinvolto due medici dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano»), e quelli di cui invece a fine giornata non si è riusciti a completare l’elenco. E lo stesso per le case farmaceutiche.

Non solo: persino nel capitolo in apparenza più omogeneo, e cioè quello di 4 concorsi al Sacco, l’abbinamento tra nome di indagato e ipotesi di reato rischia di contenere lo stesso dei travisamenti. Enrico Ferrazzi, primario di ginecologia dell’ospedale Buzzi (Asst Sacco), ha ad esempio una ipotesi di abuso d’ufficio per un bando a tempo determinato da ostetrica rispetto al quale cade dalle nuvole. Tutta da capire è anche la posizione del direttore di reumatologia del Sacco, Piercarlo Sarzi Puttini, al quale, oltre all’abuso d’ufficio (ipotizzato pure per la direttrice dell’ufficio concorsi Natalia Gianoli e la dirigente del personale Carmela Iuliano), è contestata una «induzione indebita a dare o promettere utilità» nella quale l’utilità asserita dai pm Gianluca Prisco e Laura Pedio sarebbe di natura personale rispetto alla candidata di un concorso. Così come tra le aziende farmaceutiche quelle il cui nome ricorre più spesso nei decreti, a motivo dei nomi di manager indagati, sono Abbvie, Msd o Biogen, pur qui nella difficoltà di tarare la solidità dei rilievi.

Corriere della Sera – 21/07/2017  (estratto)

Redazione Fedaisf

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