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Pensioni: riscatto laurea, la nuova soglia dei 40 anni effettivi per poter lasciare

ROMA – Il governo stringe il rubinetto delle pensioni con 40 anni di contributi. Finora i lavoratori con 40 anni di versamenti erano riusciti a sfuggire a tutte le più importanti riforme della previdenza, nel senso che potevano continuare ad andare in pensione senza la necessità di raggiungere un’età minima. Questo rimane. Dal 2012 però serviranno 40 anni di lavoro effettivo, al netto del riscatto della laurea e del servizio militare.

In realtà, una prima stretta questa categoria l’aveva subita l’anno scorso incappando, come il resto dei lavoratori, sia nella «finestra mobile», che ritarda il pensionamento di un anno dal raggiungimento dei requisiti, sia nell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita (tre mesi in più in prima battuta e poi altri adeguamenti ogni tre anni). Finora, però, si potevano far valere non solo gli anni effettivi di lavoro, ma anche il riscatto della laurea e del militare. In alcuni casi potevano bastare anche meno di 30 anni di lavoro ai quali sommare gli anni del corso di laurea, quelli della specializzazione e del servizio militare per maturare il diritto. Con la modifica che verrà fatta al decreto del 13 agosto ciò non sarà più possibile. Per andare in pensione a prescindere dall’età bisognerà avere alle spalle almeno 40 anni di lavoro effettivo (per chi invece va in pensione anche col requisito dell’età non cambia nulla).

E chi ha riscattato la laurea, spesso pagando molto? Le annualità riscattate, afferma il comunicato della Presidenza del Consiglio, continueranno a essere utili ai fini del calcolo della pensione. In pratica, il lavoratore andrebbe via dopo 40 anni di lavoro ma la pensione gli verrebbe calcolata su tutti i contributi versati e quindi, nel caso del riscatto di un normale corso di laurea, su 44 anni. Questo sicuramente sarà possibile per coloro che hanno cominciato a lavorare dopo il 1995 e hanno la pensione calcolata interamente col metodo contributivo e per coloro che nel ’95 avevano meno di 18 anni di versamenti e hanno l’assegno calcolato col sistema misto (retributivo fino a quel momento e contributivo per le annualità successive). Non dovrebbe valere invece per chi ancora va in pensione col r

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