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Premio Eccellenze dell’Informazione Scientifica … senza Informatori Scientifici!

Il 28 giugno u,s. si è svolto il Premio Eccellenze dell’Informazione Scientifica e per la Centralità del Paziente. L’evento è stato patrocinato da FNOMCeO e Ministero della Salute, col contributo non condizionato di Merqurio e MediPragma.

È sorprendente che ad un “premio” dedicato all’informazione scientifica manchino proprio gli informatori scientifici. Del resto non poteva essere altrimenti dato il coinvolgimento del sig. Ruggiero ed il suo evidente “conflitto d’interessi” con il business di vendita alle imprese farmaceutiche di un servizio di informazione scientifica telefonica o digitale o informatica.

Devono sapere tutti coloro che si vogliono avventurare in questo campo che un’informazione scientifica di questo tipo può semmai essere solo di supporto all’informazione scientifica fatta da un informatore scientifico sul farmaco in persona.

Il primo obiettivo delle aziende farmaceutiche, e quindi degli informatori, è quello di trasmettere le conoscenze su un farmaco e per farlo occorre sapersi far capire dalla persona a cui si vuole trasmettere tale conoscenza. Solo una persona in carne e ossa può fornire l’informazione scientifica adeguata all’interlocutore che si trova di fronte.

Tutti gli esperti sanno che il linguaggio, cioè il contenuto verbale, rappresenta solo il 7% della comunicazione, il 38% è comunicato dalla qualità della voce (tono, volume, timbro, ritmo) e il 55% passa attraverso il cosiddetto linguaggio del corpo (postura, movimenti, gesti, espressioni facciali, respiro, ecc.). Inoltre l’impatto emotivo di un confronto faccia a faccia inciderà sull’efficacia delle informazioni.

Nel “cyberspazio” non è possibile interagire con il proprio interlocutore cogliendone i vissuti emotivi espressi attraverso le espressioni del volto o i movimenti corporei. Rispetto alla comunicazione faccia a faccia comunicare on line sarà anche più veloce e sintetico ma per non perdersi nel “mare magnum” del bombardamento continuo di noiose comunicazioni, insopportabili pubblicità, fastidiosi call center, obbligherà il “comunicatore” ad una insistenza martellante o ad esasperare il proprio messaggio per riuscire ad essere visibile, magari con “effetti speciali”. Magari potrà andar bene in TV per gli spot sui detersivi, potrà andar bene per il marketing degli yogurt   , ma sui farmaci occorre altro, e non solo perché lo dice logge!

L’uso della tecnologia (lungi da noi il demonizzarla) può far sentire l’interlocutore solo, senza un vero rapporto relazionale, facendolo sentire solo un oggetto e non un soggetto capace di interagire, anche se può disporre di pulsanti o tastiera per farlo, provocando un disimpegno progressivo e un abbandono dell’attenzione, rendendo del tutto inutile l’informazione che si vuole trasmettere.

Inoltre negli ultimi anni le cose stanno un po’ cambiando e si sta riconoscendo il valore competitivo di asset intangibili come il capitale umano e intellettuale cioè quell’insieme di conoscenze, competenze, esperienze nonché quell’insieme di risorse relazionali, quelle reti sociali, quelle conoscenze interpersonali, informali e formali, che rappresentano un ulteriore patrimonio su cui l’organizzazione aziendale può contare per arricchire i propri scambi con l’ambiente e la comunità in cui opera.

Investimenti nella “informazione” on line possono diventare presto obsoleti o tutt’al più rimanere complementari. I manager che sanno prevedere  e attuare gli opportuni investimenti e le azioni di sviluppo possono rappresentare una strategia di successo competitivo. Infatti ampliare le conoscenze e le competenze dei propri collaboratori e arricchire nel tempo le loro reti sociali aumenta la “prontezza di risposta” dell’organizzazione aziendale nell’eseguire cambiamenti importanti nel tipo di beni e servizi da produrre.

Nessuna anonima connessione internet o telefonica è in grado di fare queste cose. Ancora una volta il mondo sta cambiando!

E poi il medico oggetto della telefonata come fa a sapere se l’informatore remoto ha il profilo descritto dal D.Lgs. 219/06? O come fa a ricevere il RCP come prescrive la legge? O ancora, come può verificare se ciò che vede sul monitor o ciò che gli viene detto per telefono sono informazioni depositate e autorizzate da AIFA, come vuole la legge?

In conclusione l’informazione scientifica sui farmaci è l’unico modo legale che le aziende hanno per far conoscere i propri farmaci alla classe medica e, se hanno ancora farmaci da far conoscere, non possono certo sperperare il loro denaro in cose inutili come l’informazione on line o telefonica.

Redazionale 03/07/2017

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