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Scaccabarozzi: “Almeno per la sanità sul referendum ha ragione il Sì”. Perché il No? L’opinione di Cozza e Gaetti

Il presidente di Farmindustria a pochi giorni dal referendum, si esprime a favore delle ragioni del “sì” perché “oggi in Italia sono troppe le differenze e occorre riportare al centro la legiferazione sulla salute”. Sulla stessa linea Walter Ricciardi, presidente Iss

di Redazione Aboutpharma Online  – 29 novembre 2016 – Aboutpharma

scaccabarozziIl presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, a proposito del referendum che il 4 dicembre interrogherà gli italiani sulla modifica della costituzione, dà ragione a chi sostiene il “Sì”. Almeno sulla parte della riforma che riguarda la sanità. “Parlo da cittadino e credo che in questo paese per quello che riguarda la sanità è il momento di riportare al centro la legiferazione sulla salute” ha affermato durante la presentazione del “Libro bianco sulla salute della donna. Dalla salute al welfare al femminile” di Onda, tenutasi oggi a Roma. Credo anche che la farmaceutica rientri a pieno titolo in questo, perché ci sono troppe differenze. Questo non vuol dire andare contro le Regioni, perché se ci sono Regioni con buone pratiche queste verranno preservate. Il problema è che oggi abbiamo una situazione troppo variegata. Ci sono realtà territoriali in cui l’ultima innovazione per curare il cancro arriva dopo pochi giorni dall’approvazione nazionale, altre in cui ci impiega 3-400 giorni e altre ancora in cui non arriva mai. Credo che per questa parte abbiano ragione quelli che sostengono il Sì”.

Anche il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi, si è espresso in proposito, sottolineando come in ambito sanitario, il referendum sia importante perché redistribuisce i poteri tra Stato e Regioni. “L’articolo 117 riporta la tutela della salute esclusivamente allo Stato e dà la sanità esclusivamente alle Regioni. Questo consente alle regioni virtuose di continuare a fornire i loro servizi nel modo migliore, e permette di intervenire in situazioni che vedono complessivamente 34 milioni di italiani non adeguatamente assistiti” ha spiegato Ricciardi, a margine del Forum risk management, in svolgimento a Firenze.

Referendum e sanità: perché No? L’opinione di Cozza e Gaetti

Referendum, Movimento 5 Stelle: «La sanità deve essere riformata in una diversa ottica. Importante rivedere le spese e soprattutto incentivare la prevenzione». Cgil Medici: «La Riforma genera ulteriore caos, non c’è chiarezza di ruoli e neanche di quale sia l’interesse generale»

Risultati immagini per luigi gaetti senatoreItaliani alle urne tra pochi giorni. Il countdown è quasi arrivato al termine e a breve sapremo se la Renzi-Boschi verrà approvata o a vincere sarà il fronte dei contrari. Chi sostiene il cambiamento spera che i tormentati rapporti tra Stato e Regioni trovino pace. Al contrario chi non concorda con la volontà di centralizzare il potere statale togliendo competenze alle Regioni, vede nella Riforma una fonte di ulteriore confusione.

Ad ingrossare le file del fronte dei contrari è Luigi Gaetti, Senatore Movimento 5 Stelle, che fedele al suo partito, spiega le ragioni del suo No: «La cosa più grave – spiega – è che se vincesse il Sì, ai cittadini verrebbe tolta la possibilità di votare. Quindi se è vero che la sovranità appartiene al popolo, con questo sistema approvato costituzionalmente, i cittadini non avranno più potere. La possibilità di usufruire di qualche potere decisionale, è già stato tolto alle Province, adesso si vuole tagliare fuori anche le Regioni e la fine è che si perderebbe definitivamente il rapporto di fiducia tra cittadino e politico di riferimento».

«Questa Riforma – prosegue Gaetti – vuole intervenire sull’articolo 117 ma di fatto non incide molto sul sistema sanitario. Se venisse accentrato il potere nelle mani dello Stato, in ogni caso a fare le leggi e a dare input nazionali sarebbero le Regioni. Quindi anche se vincesse il Sì non cambierebbe molto». Ma la sanità, prosegue il Senatore «dovrebbe essere riformata dando le giuste risorse, poi verificare come queste risorse vengano spese sul territorio e quindi entrare in dinamiche più complesse come le spese farmaceutiche per cui si spende tanto. Insomma, sarebbe il caso di rivedere il sistema alla base». Inoltre, prosegue Gaetti, «si deve intervenire anche sulle spese ospedaliere. Abbiamo dei manager, dirigenti e direttori che non sono in grado di fare il loro dovere. E soprattutto si deve investire in prevenzione. Sappiamo che ogni euro investito in prevenzione produce un ritorno, anche se è difficile valutare la salute in termini economici». Infine, conclude «la sanità va rigenerata dall’interno, quindi verificare le prestazioni che vengono date, verificare che gli ospedali funzionano, dando il giusto riconoscimento a tutti gli operatori professionali. Ma ritengo che la cosa principale sia la prevenzione, quindi dare importanza agli screening come lo screening neonatale che, nonostante siano stati messi in bilancio 25 milioni di euro, ancora non viene eseguito. Con dei piccoli interventi si avrebbe un grande miglioramento qualitativo e su questo dobbiamo investire».

A sostenere le ragioni del No anche il Segretario Nazionale di Cgil Medici, Massimo Cozza che ai nostri microfoni esprime la sua disapprovazione per la Riforma: «C’è tanta confusione – interviene – confusione soprattutto per quel che riguarda il comparto sanità. Non c’è alcuna chiarezza su quali siano i ruoli e cosa s’intende per interesse generale. Quale sarà il ruolo delle Regioni e cosa potranno fare? È abbastanza ovvio che queste trasformazioni sostenute da chi vuole il Sì potrebbero generare ulteriore caos».

Per approfondire leggi anche: Referendum: il Sì o il No che cambierà la sanità

sanità informazione – 29 novembre 2016

Notizie correlate: Referendum. “Ecco perché il No farà bene alla sanità”. L’appello dei senatori di Forza Italia

Referendum 4 dicembre sì o no? Sanità, ecco cosa cambierà

Memorandumnel nuovo articolo 117 che riforma il TitoloV si dice che spetta allo Stato la potestà legislativa sulle “disposizioni generali e comuni per la tutela della salute e per le politiche sociali” e alle Regioni “la potestà legislativa in materia di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali”.

 

 

Redazione Fedaisf

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