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Se anche i farmaci hanno gli occhi a mandorla

«E se mettessimo un’etichetta ai farmaci made in Italy?».

La butta giù così Gian Mario Baccalini, presidente di Aschimfarma, l’associazione che raggruppa le aziende chimiche italiane che producono i principi attivi contenuti nei farmaci. Una realtà industriale che fino a non più di 15 anni fa era leader mondiale in questo settore e che oggi è in affanno insediata dalle Tigri asiatiche.

L’idea dei farmaci trattati come il Parmigiano o il Crudo di Parma, in realtà, è irrealizzabile e non avrebbe molto senso in un campo in cui più che il luogo d’origine contano i processi attraverso cui dalla materia prima si arriva al prodotto finito. Lo sa bene Baccalini che, però, avverte: «I problemi sul piatto sono gli stessi che si è trovata ad affrontare l’industria alimentare: la garanzia della qualità e la trasparenza».

Chi controlla? – La questione che i produttori degli ingredienti attivi farmaceutici italiani sollevano è presto detta.

«Se noi vogliamo produrre un principio attivo per esportarlo in Usa, la Food and Drug Administration, l’ente statunitense di controllo sui farmaci, ci concede di farlo soltanto dopo aver ispezionato i nostri stabilimenti e aver accertato che è conforme alla rigida normativa che stabilisce gli standard di qualità del processo produttivo», spiega Baccalini. Insomma, gli americani vogliono che quello che entra sul loro territorio sia sicuro al 100 per cento verificando di persona.

La normativa europea, al contrario, non prevede che a certificare la produzione sia un ente terzo. La sicurezza, nel Vecchio Continente, è garantita o da una certificazione dell’autorità competente nel Paese produttore o dall’azienda che commercializza il farmaco in cui il principio attivo sarà contenuto.

«Non vogliamo dire che i farmaci in circolazione in Europa siano poco sicuri», precisa il presidente di Aschimfarma. «Ma di certo il sistema attuale è meno affidabile di quanto sarebbe se una delle autorità di controllo europee conducesse di persona le ispezioni».

Il risultato oggi è che un cittadino americano si trova tra le mani medicinali sulla cui qualità ci sono maggiori garanzie. Certo, questo sistema non azzera il risch

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