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Spesa farmaceutica: il circolo vizioso

 

L’AIFA ha reso nota la spesa farmaceutica dei primi nove mesi del 2009. Questi dati insieme a quelli già noti, indicano che in Italia il SSN spende ogni giorno circa 42 milioni di euro, a cui si aggiungono i 17 spesi dai cittadini di tasca propria. La spesa per il farmaco nei primi nove mesi del 2009, rispetto allo stesso periodo del 2008, è aumentata dell’1,4%. Altre fonti indicano un aumento molto significativo della spesa farmaceutica ospedaliera dove dominano i farmaci antitumorali con alti prezzi a cui non corrispondono purtroppo adeguati risultati.

In complesso, la situazione Italiana non è diversa da quella dei principali Paesi europei, salvo per alcuni gruppi di farmaci come ad esempio gli antibiotici e gli antidepressivi. Preoccupa molto la diversità dei consumi tra le varie regioni d’Italia. Se si considerano le principali regioni del Nord nel 2008, la spesa farmaceutica territoriale pro capite è stata di 185 euro, mentre al Sud risulta essere di 240 euro: una differenza molto difficile da spiegare perché la spesa è già stata pesata per l’eventuale differente età degli abitanti e perché non si può ritenere che la popolazione del Sud abbia più malattie di quella del nord.

La realtà è che sono relativamente poche le prescrizioni farmaceutiche  che hanno una loro razionalità e che tengono conto degli effetti benefici rispetto ai rischi che accompagnano sempre l’impiego dei farmaci: in molti casi i farmaci vengono somministrati senza reali ragioni. Basti pensare all’impiego degli antibiotici nelle malattie da virus, all’abuso dei cosiddetti gastroprotettori, all’impiego degli antidepressivi per contrastare eventi negativi della vita, all’abbondanza di prescrizioni degli ansiolitici (126 confezioni all’anno per ogni cento sbitanti) e così via.

Un’altra frazione importante delle prescrizioni riguarda in generale malattie che potrebbero essere evitate attraverso “buone abitudini di vita”. Quanti sono i consumatori di farmaci per fumatori? Basti pensare ai farmaci antitumorali, ai prodotti cardiovascolari e polmonari, somministrazioni che potrebbero essere risparmiate se i 12 milioni di italiani che fumano interrompessero questa “cattiva abitudine di vita”.

L’aumento di peso è un altro fattore consumistico per i farmaci. Si ricorda in questo senso l’aumento del diabete dell’adulto, causato dal sovrappeso con conseguente di farmaci antidiabetici e cardiovascolari. Per non palare di tutti i farmaci inutili ancora in circolazione: integratori alimentari, epatoprotettori, vasodilatatori, immunomodulatori, dimagranti, farmaci per la memoria, prodotti antivecchiaia, antiossidanti e così via.

Il problema è che tutta l’informazione sui farmaci è di parte industriale , mentre è scarsissima la l’informazione “indipendente”. Oltre 20 mila informatori farmaceutici stimolano le prescrizioni attraverso

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