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Stalking e Mobbing nel farmaceutico

 

E’ apparso in data 04 maggio 2010 un articolo sul Corriere della Sera e poi ripreso da alcuni siti riguardante un episodio allarmante accaduto nel nostro settore .

La questione in oggetto riguarda lo stalking effettuato da un ex collega ai danni di un dirigente dell’azienda farmaceutica che lo aveva licenziato. Con grande celerità il Tribunale di Milano ha emesso una ordinanza restrittiva nei confronti di questo collega in difficoltà.

Non voglio entrare nel merito di una decisione sicuramente corretta da un punto di vista giuridico e normativo, ma questo episodio scabroso mi permette di effettuare alcune considerazioni che ritengo doverose.

Quando un lavoratore perde il proprio posto di lavoro o si trova suo malgrado in un contenzioso giuridico con una azienda , i due duellanti non sono alla pari. L’azienda è per tutta una serie di motivi molto più forte del lavoratore ed in molto casi anche molto più tutelata.

Il malcapitato lavoratore invece deve fare i conti solo con se stesso, in molti casi è solo e mal consigliato e per tali motivi può facilmente cadere in depressione, perdere la lucidità necessaria ad affrontare quanto gli sta capitando e quindi cadere vittima delle proprie paure ed angosce, ingigantendo la sua situazione pensandoci sempre sopra ed in alcuni casi lasciandosi andare a gesti inconsulti.

Non voglio per carità assolvere il collega, ma quanto meno capisco e posso comprendere senza però approvare le sue reazioni. Dopo una vita dedicata al lavoro vedersi gettato via come uno straccio vecchio può sicuramente dare fastidio e creare problemi.

Nessuno però parla mai del mobbing e dello stalking, cioè delle molestie continue a cui moltissimi colleghi sono sottoposti dalle aziende. Il ricatto continuo del posto di lavoro, le sempre maggiori richieste numeriche in termini di visite, di fatturati e di pezzi venduti, creano molto spesso uno stato di animo colmo di grande ansia e di timore per il futuro. Eppure questi aspetti pur conosciuti dalla stragrande maggioranza dei lavoratori e delle aziende vengono taciuti.

Anche gli stessi sindacati pur conoscendo la dimensioni di questo problema non intervengono in proposito, ritenendo a torto questi episodi come normali.

E’ su questo substrato che cresce e cova la rabbia di alcuni che poi sfocia in questi episodi. In Italia purtroppo pur essendo presenti ammortizzatori sociali ed altro ,manca la cultura della vera imprenditoria, del rispetto del lavoratore e dell’azienda.

Un passo in avanti sarebbe una seria politica di controllo di questi episodi nel mondo del lavoro, utilizzando anche gli RLS nel controllo e gestione dei lavoratori.

Osvaldo Panti

06.05.2010

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