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Fatti di Firenze. Fnomceo, Bianco: il rischio è gioco al massacro

 

DoctorNews – 4 ottobre 2010

 

 Amedeo Bianco, Presidente Fnomceo

Sei agli arresti domiciliari. Bianco: il rischio è gioco al massacro

Sei arresti domiciliari, due obblighi di dimora, tredici interdizioni dall’attività e una quarantina circa di perquisizioni in Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Lazio, Veneto e Umbria. Sono le prime cifre dell’operazione con cui i Nas avrebbero smascherato l’ultima truffa ai danni del Ssn: protagonisti alcuni medici, che avrebbero percepito compensi pari a circa due milioni di euro per prescrivere specialità a centinaia di pazienti in cura per patologie croniche. L’organizzazione, in cui sarebbero coinvolte anche sette case farmaceutiche, mirava soprattutto a "spingere" sui farmaci dermatologici e sarebbe anche riuscita a infiltrarsi nel programma Psocare dell’Aifa (psoriasi). Tra gli arrestati il dermatologo fiorentino Torello Lotti, presidente della Sidemast (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse), cui sarebbero andati tangenti e benefit in cambio della prescrizione di farmaci non sempre previsti nel programma dell’Agenzia del farmaco o inutili rispetto alle necessità dei pazienti in trattamento. I carabinieri dei Nas avrebbero rintracciato 1.700.000 euro su conti intestati a quattro società organizzatrici di eventi e convegni, ma le tangenti sarebbero state versate anche sotto forma di partecipazioni a corsi di formazione, borse di studio, progetti per medici specializzandi, assunzioni a progetto. A prescindere dalla piega che prenderà l’indagine e dalle responsabilità delle persone coinvolte, per medici e servizio sanitario sembra davvero un periodo nero. Nero come le pagine di cronaca dove scandali e malasanità fanno ormai presenza fissa, dal tragico caso di Messina fino a quest’ultima operazione dei Nas. Ed è proprio qui che scatta il "non ci sto" di Amedeo Bianco, presidente della Fnomceo: «Non c’è dubbio che i fatti di queste settimane facciano male» spiega «ed è ovvio che la nostra prima richiesta è che su tutti questi episodi sia fatta piena luce. Quello che invece non va è il tipo di copertura mediatica: il problema non è la notizia, ma la sua amplificazione a un livello tale da lasciare un segno profondo. Viene del tutto cancellato il concetto che si tratta di errori o di condotte certamente da condannare nel momento in cui si confermeranno come tali, che però non rappresentano neanche lontanamente la quotidianità del servizio sanitario e dei medici che ci lavorano. Rischia di diventare un gioco al massacro in cui nessuno ha niente da guadagnare».

In origine il ritiro di efalizumab

Secondo le indagini, quando, nel giugno 2009, il farmaco biologico efalizumab (Raptiva), di Merck Serono, viene ritirato dal commercio, uscendo dal progetto Psocare, l’azienda fa venire a mancare a Torello Lotti 200 mila euro per i quali si era impegnato su più fronti, comprese alcune borse di studio. Ecco così che il dermatologo, sempre a detta degli inquirenti, comincia a offrire i circa 200 pazienti prima curati con Raptiva alle altre aziende coinvolte (Janssen & Cilag, Wyeth Lederle, Schering Plough, Abbott, Novartis, Morgan Pharma): più denaro versavano le imprese, più cresceva il numero di pazienti trattati con il fa

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