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Fatti di Firenze

 Prof. Torello Lotti

Firenze, 13 ottobre 2010 – "Mi è venuto il sospetto di essere stato utilizzato e che si sia guardato più ai possibili proventi delle aziende farmaceutiche che ai reali bisogni dei pazienti. Non posso che nutrire fondati sospetti di essere stato usato dal professor Lotti e dai suoi collaboratori per somministrare terapie pericolose, ma molto ‘remunerative’, accettando il verificarsi delle gravissime lesioni poi riscontrate".

E’ il durissimo atto d’accusa contenuto in un esposto depositato ieri alla procura di Firenze e ai carabinieri del Nas da Marco Lombardi, un ex paziente del professor Torello Lotti che, a soli 32 anni e dopo essere stato in cura con farmaci biologici prescritti da Lotti stesso, è stato colpito da un tumore al sistema linfatico. L’esposto è finito immediatamente sul tavolo del sostituto procuratore Sandro Cutrignelli, che ora disporrà accertamenti medico-legali. Al giovane uomo, assistito dall’avvocato Massimiliano Manzo, era stato somministrato un farmaco biologico che peraltro, tra i suoi effetti indesiderati, ha proprio il tumore del sistema linfatico.

 "Lo scrivente — si legge nell’esposto — ha il fondato timore che gli siano stati somministrati farmaci assolutamente sproporzionati rispetto alle necessità terapeutiche, accettando così il professor Lotti e i suoi collaboratori il rischio di lesioni gravissime come quelle riportate da chi scrive, che adesso si trova a combattere, a 32 anni, con il cancro".

 E’ un altro duro colpo alla posizione di Lotti, che già si trova a fare i conti con una nuova contestazione nata a seguito delle perquisizioni in casa e in studio: la truffa ai danni del servizio sanitario nazionale. Gli investigatori hanno infatti trovato due buste contenenti denaro in contanti riconducibile a visite specialistiche effettuate a pazienti nell’attività professionale esercitata ‘intramoenia’ in ospedale. Secondo indiscrezioni, si parla di almeno tremila euro — che avrebbero dovuto essere fatturati per la struttura pubblica — raccolti in soli due giorni di attività. Inoltre sono al vaglio degli inquirenti numerose lettere anonime pervenute dopo gli arresti.

 Si tratta di lettere che, per i contenuti, sembrano esser state inviate da pazienti, personale sanitario e informatori scientifici di industrie farmaceutiche. Per quanto riguarda il procedimento giudiziario, il gip Pezzuti ha respinto quasi tutte (tranne due) le istanze di revoca del divieto di esercitare la professione imprenditoriale per due mesi, presentate dagli avvocati dei manager delle case farmaceutiche coinvolti nell’inchiesta. Infine, in queste ore, è emersa la durezza dell’ordinanza con cui il gip Pezzuti ha negato la libertà a Lotti ritenendolo ancora nella condizione di compiere gli stessi reati di cui è accusato: associazione a delinquere, corruzione, truffa allo Stato e falso. Pericolo aggravato dal fatto, fa notare il gip, che Lotti, se avesse libertà di movimento, potrebbe venire in contatto con persone interessate a un futuro scambio corruttivo. Lotti, nell’interrogatorio, avrebbe anche tentato di dimostrare che le case farmaceutiche sapevano che le sue promesse alla fine non erano veritiere. Tesi, conclude il gip, smentita dai riscontri del Nas poiché molti finanziamenti sono stati

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