Whoever has a mouse in his mouth weeps without restraint

 Cari colleghi la notizia letta su Pharmakronos del 06 Luglio 2010 dal titolo “ Dompé: rischi appropriazione indebita ricavi industria “ ha veramente dell’incredibile ed in qualche modo ci fa comprendere l’ingordigia ed il senso di disprezzo del settore farmaceutico verso altri settori e verso tutti i lavoratori italiani e la crisi che attraversano molti lavoratori e molte famiglie.
L’industria farmaceutica rappresenta sicuramente nella nostra società qualcosa di indispensabile e di utilissimo, ma le ultime derive ne hanno di molto appannato l’appeal.
Anche le ultime esternazioni del dottor Dompè non fanno altro che aggravare la situazione generale.
Provate a dire a chi ,piccolo imprenditore o artigiano, in difficoltà che sta chiudendo la propria attività che siete sottoposti ad una ingiustizia incredibile perché (testuali parole) "Mi rifiuto – dice Dompé a Pharmakronos – di pensare che tutto questo sia vero. Significherebbe che per ridurre un margine indebito, che è stato acquisito negli anni, in una situazione economica come quella che stiamo attraversando, si riducono i ricavi dell’industria e addirittura si aumentano quelli delle farmacie che del margine indebito hanno ampiamente usufruito". Tutto questo in un contesto in cui " il margine di ricavo dell’industria, fatto cento il prezzo del farmaco, è solo il 61, 1% mentre in Inghilterra si arriva all’80% “.
Vi immaginate la faccia e le espressioni verbali che ne verrebbero fuori ? Sicuramente qualcuno correrebbe il rischio di essere preso a male parole se non di peggio.
Eppure solo il 61 % di margine di ricavo per l’industria è veramente poco, anzi pochissimo!!! Bisogna comprendere questi “poveri” imprenditori, si tratta di bazzecole, di cifre irrisorie e sicuramente non degne del loro lavoro.
Solo i lavoratori debbono stringere la cinghia, le imprese farmaceutiche no !!!
E questo sarebbe un messaggio di chi dovrebbe assicurare benessere alla nostra società ?
Lascio a tutti voi le debite considerazioni
Umberto Alderisi
07.07.2010

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