Life expectancy is growing worldwide (except in Italy)

In Italia, secondo i dati Istat, nel 2015 l’attesa di vita alla nascita era di 80,1 anni per gli uomini e 84,7 per le donne, alta per il mondo ma in leggero calo rispetto all’anno precedente, forse per una riduzione nelle attività di prevenzione

Venerdì, 30 settembre 2016 – affaritaliani.it

The world would be going, as the sharpest commentators say, "to shit". There are bloody wars and terrorism everywhere, the desperate people of the Earth are everywhere on the move and pressing on the borders of those who are better off, the economy is destroying the work and savings of decades and the ineptitude of many governments in addressing these problems is facing the everyone's eyes. Yet it's okay, humanity is moving forward, things are getting better, we've never been so good. The fact, perhaps counter-intuitive, emerges from the spectacular growth in life expectancy worldwide.

The average survival of populations is a datum that summarizes many other factors. It is an effective representation of several important elements such as the interaction between rising incomes and material and food abundance, advances in public health and medicine, the general decline in the level of everyday violence and many other things. To live longer, you have to be better alive, in every respect — and between 1960 and 2015, the average lifespan worldwide increased from 42 years to 68 years.

Il fenomeno è più marcato nelle parti più povere del globo. Nel Sud dell’Asia—Afghanistan, India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Nepal e le Maldive, con una popolazione totale di circa 1,8 miliardi— l’attesa di vita è salita dal 1960 al 2015 di uno straordinario 26,5 anni, ossia del 63 percento. La media mondiale invece è cresciuta “solo” di 16,12 anni, il 37%. Il miglioramento nell’Africa sub-sahariana è stato rallentato negli anni ’90 dalla terribile epidemia HIV/AIDS. Ora va molto meglio, principalmente per la disponibilità di efficaci farmaci antiretrovirali. Nel 1960 l’africano medio aveva un’attesa di vita di 40,2 anni. Nel 2015 è salita ai 59 anni, più 47%.

Anche negli Stati Uniti, dove negli ultimi tempi si è molto parlato dell’aumento di mortalità tra i maschi bianchi di mezz’età, la tendenza nel periodo è complessivamente molto positiva, con la speranza di vita in cresciuta del 13,45%, battendo perfino i risultati di paesi notoriamente “sani” come la Svezia, la Danimarca e la Norvegia: più il 12,71%, l’11, 32% e l’11,03% rispettivamente.

In Italia, secondo i dati Istat, nel 2015 l’attesa di vita alla nascita era di 80,1 anni per gli uomini e 84,7 per le donne, alta per il mondo ma in leggero calo rispetto all’anno precedente, forse per una riduzione nelle attività di prevenzione. Intanto, gli ultracentenari italiani sono più che triplicati negli ultimi tempi, passando dai 5.650 del 2002 agli oltre 19mila del 2015.

Dati del genere richiamano però il pollo di Trilussa: “Me spiego, da li conti che se fanno/ seconno le statistiche d’adesso/risurta che te tocca un pollo all’anno/ e, se nun entra nelle spese tue,/ t’entra ne la statistica lo stesso/ perché c’è un antro che ne magna due…” Cioè—almeno nel contesto—sono valori che non si applicano agli individui, il caso che umanamente più ci riguarda .

Una consolazione c’è: viviamo tanti anni più di prima malgrado la popolare—e recente—percezione della terribile minaccia posta dal glutine, dal lattosio, dal colesterolo, dall’olio di palma, dai coloranti artificiali e i conservanti, dallo zucchero bianco e la carne rossa. Nel 1880 la speranza di vita in Italia era di 35,4 anni, divenuti 42,8 nel 1900, 54,9 nel 1930 e 65,5 nel 1959 . Ora supera gli ottant’anni.

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