L’appello delle aziende produttrici di farmaci fuori brevetto durante l’importante incontro convocato dalla Farnesina con il mondo produttivo.
«Dobbiamo comprendere meglio i dettagli dell’accordo prima di trarre conclusioni. Dalle informazioni frammentarie di cui disponiamo, anche grazie all’associazione europea dei
È il commento di Stefano Collatina, presidente di Egualia, l’associazione delle aziende produttrici di farmaci generici e biosimilari al termine dell’importante confronto con tutti i rappresentanti del mondo imprenditoriale organizzato oggi dalla Farnesina.
«Sappiamo che l’UE intende continuare a lavorare per aggiungere altri prodotti all’elenco, ma è indispensabile fissare al più presto il perimetro dei farmaci generici esenti e lavorare su misure di tutela per mitigare i rischi legati alla competitività globale e alla sicurezza delle forniture – aggiunge Collatina. I produttori di farmaci generici avrebbero grandi difficoltà ad assorbire questi costi, esponendo così i pazienti al rischio di carenze. Anche gli Stati Uniti dipendono fortemente dall’Europa in caso di carenza».
«Pur riconoscendo l’esigenza di stabilità nei rapporti commerciali transatlantici e i benefici in termini di prevedibilità, si sottolinea che l’incertezza sul trattamento tariffario dei farmaci generici di larghissimo utilizzo per le terapie croniche in tutte e due le sponde dell’atlantico, pone un rischio reale non solo per le aziende, ma per l’accesso tempestivo alle cure per milioni di pazienti sia nell’Unione Europea che negli Stati Uniti».
Comunicato Egualia – 28 luglio 2025
Note:
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha annunciato l’istituzione di una task force permanente sui dazi alla Farnesina per dare sostegno alle imprese. Lo ha fatto durante
Il governo italiano ha già chiesto alla Commissione Europea l’attivazione di un sistema di monitoraggio dell’impatto economico di questo accordo. Roma propone parallelamente il rafforzamento del Mercato Unico, la semplificazione delle regole e la diversificazione delle relazioni commerciali.
In quest’ottica, l’Italia conferma il proprio impegno a sostenere l’internazionalizzazione del sistema produttivo nazionale, anche attraverso il Piano d’Azione per l’Export verso i mercati extra-UE ad alto potenziale.
Il Governo ragiona su varie ipotesi. Una, spiega una fonte di alto livello, prevede 14 miliardi dalla rimodulazione del Pnrr, 7 miliardi sottratti al fondo di coesione, i restanti dal fondo per il clima. Ma serve l’ok di Bruxelles. Intanto Salvini chiede di spazzare via il Patto di stabilità, Tajani invoca un taglio dei tassi della Bce. Il messaggio, insomma, è che i dazi li paga l’Europa
