Liste d’attesa, controlli Nas in tutta Italia: 26 denunciati per “saltafila” a parenti, amici e pazienti privati

Analizzate 3.884 liste d’attesa, denunciati 26 medici  e infermieri accusati di aver favorito conoscenti e propri pazienti privati, permettendogli di saltare la fila

Nei mesi di luglio ed agosto, i Carabinieri dei Nas, in collaborazione con il ministero della Salute, hanno analizzato 3.884 liste d’attesa, denunciando 26 medici  e infermieri accusati di aver favorito conoscenti e propri pazienti privati, permettendogli di saltare la fila. 

Il Salvagente – Di Lorenzo Misuraca – 3

Nei mesi di luglio ed agosto, i Carabinieri dei Nas, in collaborazione con il ministero della Salute, hanno analizzato 3.884 liste d’attesa, denunciando 26 medici e infermieri accusati di aver favorito conoscenti e propri pazienti privati, permettendogli di saltare la fila.

Le ispezioni sono state eseguite presso presidi ospedalieri e ambulatori delle aziende sanitarie, compresi gli Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico e nelle strutture private accreditate, con la finalità di accertare il rispetto dei criteri previsti dal Piano nazionale di governo delle liste di attesa (Pngla), stilati per assicurare un corretto accesso alle prestazioni fornite dal Servizio sanitario pubblico ed uniformare un’equa e tempestiva erogazione dei servizi sanitari a favore dei cittadini. Sono stati effettuati controlli presso 1.364 tra ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati in convenzione con il Ssn, analizzando 3.884 liste e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali relative a svariate tipologie di visite mediche specialistiche e di esami diagnostici.

Le denunce

Gli accertamenti dei Nas hanno consentito di individuare condotte penalmente rilevanti che hanno determinato la denuncia all’Autorità giudiziaria di 26 tra medici e infermieri, ritenuti responsabili di reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio. Tra i casi più rilevanti, i Nas di Milano, Torino, Perugia e Catania hanno deferito 9 medici per aver favorito conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste d’attesa, consentendo loro di essere sottoposti a prestazioni in data antecedente rispetto alla prenotazione ed eludendo le classi di priorità.

Il doppio lavoro vietato a Reggio Calabria e Perugia

Il Nas di Reggio Calabria ha deferito, per l’ipotesi di peculato, 3 medici di Aziende Sanitarie per aver prestato servizio presso un poliambulatorio privato sebbene contrattualizzati in regime esclusivo con le aziende sanitarie pubbliche.

Il Nas di Perugia ha invece individuato un medico radiologo svolgere attività privata presso un altro ospedale, pur trovandosi in malattia, nonché due infermieri che svolgevano esami ematici a favore di privati attestando falsi ricoveri. L’attività ispettiva svolta sull’ingente mole di dati e di riscontri relativi a oltre 3 mila 800 agende ha consentito, inoltre, di rilevare 1.118 situazioni di affanno nella gestione delle liste di attesa e superamento delle tempistiche imposte dalle linee guida del Piano nazionale, pari al 29% di quelle esaminate.

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Le cause più frequenti dei ritardi dovute a mancanza di fondi e personale

Tra le cause più frequenti degli sforamenti delle tempistiche sono state accertate, su 761 agende, carenze funzionali ed organizzative dei presidi ospedalieri e degli ambulatori, diffusa carenza di personale medico e tecnici specializzati che, unitamente alla mancanza di adeguati stanziamenti ed attrezzature, ha determinato il rallentamento dell’esecuzione di prestazioni sanitarie.

Le classi di priorità

Tale slittamento si ripercuote anche nel mancato rispetto delle classi di priorità (Urgente, Breve e Differibile) ricollocate, in 138 casi, in tempistiche entro i 120 gg (Programmabili), non compatibili con i criteri di precedenza ed urgenza. In 195 situazioni i Nas hanno riscontrato la sospensione o la chiusura delle agende di prenotazione, in parte condotte con procedure non consentite oppure determinate dalla carenza o assenza di operatori senza prevederne la sostituzione. Proprio in tale contesto, gli accertamenti svolti dai Nuclei di Palermo, Reggio Calabria, Latina e Udine hanno consentito di rilevare vere e proprie condotte dolose, deferendo all’Autorità giudiziaria, 14 dirigenti e medici ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio, per aver arbitrariamente chiuso in modo ingiustificato le agende di prenotazione a luglio/agosto, posticipando conseguentemente le prestazioni diagnostiche, al fine di consentire al personale di poter fruire delle ferie estive o svolgere indebitamente attività a pagamento.

Indisponibile all’ospedale… ma disponibile in intramoenia

Alle carenze di organico si integrano anche comportamenti non allineati ad una corretta deontologia professionale, come nel caso di un dirigente medico di una Asl della provincia di Roma che, sebbene responsabile degli ambulatori di gastroenterologia e colonscopia per cui vi fosse indisponibilità presso l’intera Asl, esercitava le medesime prestazioni in attività intramoenia extramuraria – regolarmente autorizzata – presso un poliambulatorio privato, con una programmazione fino ad 8 esami giornalieri. In tale contesto, sono state anche individuate 21 irregolarità nello svolgimento di attività intramoenia per esubero delle prestazioni concordate con le Asl e omesse comunicazioni sullo svolgimento delle attività esterne da parte dei medici pubblici. Un ulteriore aspetto emerso dai controlli è la mancata adesione di cliniche e ambulatori privati, già convenzionati, nel sistema di prenotazione unico delle Aziende sanitarie o a livello regionale, aspetto che riduce la platea di strutture utili per l’erogazione delle prestazioni mediche specialistiche e diagnostiche.

Città per città in dettaglio


Ordini medici, operazione Nas ha il merito di evidenziare carenze strutturali SSN

Ufficio Stampa FNOMCeO – 8 settembre 2023

Al di là dei comportamenti illeciti che sono stati messi in atto da una sparuta minoranza di colleghi – parliamo di 9 medici su circa 110mila che operano alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale – e che in ogni caso condanniamo fortemente, l’operazione dei Nas ha il merito di mettere in luce e quantificare tutte le carenze organizzative, funzionali, di personale sanitario, tecnico, amministrativo, che affliggono i nostri ospedali e i nostri ambulatori. Carenze che, come il rapporto evidenzia, unitamente alla mancanza di stanziamenti e attrezzature determinano il rallentamento nell’erogazione delle prestazioni e l’allungamento delle liste d’attesa”.

Thus the President of the FNOMCeO, the National Federation of Orders of Surgeons and Dentists, Filippo Rings, sull’operazione del Nas dei Carabinieri che, tra luglio e agosto, ha verificato 3884 liste d’attesa.

Il nodo è nei numeri – prosegue Rings – nelle 1.118 situazioni di affanno, pari al 29 per cento di quelle esaminate. C’è un grosso problema strutturale del Servizio sanitario nazionale, che chiama interventi sostanziali e mirati. Va sbloccato il Fondo per le assunzioni del personale dipendente, fermo al 2004, va reso attrattivo il sistema per arginare il fenomeno dell’abbandono. Occorrono investimenti: per questo sosteniamo la richiesta del Ministro della Salute Orazio Schillaci di avere quattro miliardi in più per la sanità. Occorre la volontà di sostenere il nostro Servizio sanitario nazionale, garantendo in modo uguale a tutti i cittadini la possibilità di accedere alle prestazioni e alla miglior assistenza”.

FNOMCeO Press and Information Office
information@fnomceo.it
www.fnomceo.it
08/09/2023

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