Gimbe Observatory. Drifting public health. 12 questions for March 4th

La XVII legislatura è trascorsa sotto il segno del ministro Lorenzin che dal 28 aprile 2013 è riuscita a dribblare indenne tre premier (Letta, Renzi, Gentiloni) e tre presidenti di Conferenza Stato-Regioni (Errani, Chiamparino, Bonaccini), durante un’era caratterizzata da un insolito paradosso per la sanità pubblica. Da un lato, un’intensa attività legislativa ha posto numerose pietre miliari per l’evoluzione del servizio sanitario nazionale (Ssn): dal Dpcm sui nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) al Dm sulla responsabilità professionale, dal decreto sull’obbligo vaccinale all’albo nazionale per i direttori generali, dal patto per la sanità digitale ai fondi per i farmaci innovativi, dal piano nazionale della cronicità a quelli della prevenzione e della prevenzione vaccinale, dal Dm 70 al decreto sui piani di rientro degli ospedali, dal biotestamento al Ddl Lorenzin che regolamenta ordini professionali e sperimentazioni cliniche.

D’altro canto, la legislatura è trascorsa sotto il segno di un imponente definanziamento che, oltre a determinare una progressiva retrocessione rispetto ad altri paesi europei, sta minando seriamente l’erogazione dei Lea, mettendo in luce il drammatico scollamento tra esigenze di finanza pubblica e programmazione sanitaria. Infine, dopo la bocciatura del referendum costituzionale, nessun passo in avanti è stato fatto per migliorare la governance di 21 differenti sistemi sanitari, anzi si sono moltiplicate le richieste di maggiore autonomia da parte delle Regioni.

Infatti, la tutela del diritto alla salute rimane affidata a una tanto leale quanto utopistica collaborazione tra Stato e Regioni e condizionata da politiche regionali e decisioni locali che determinano gravi diseguaglianze, generano sprechi e inefficienze e influenzano gli esiti di salute. I 21 sistemi sanitari regionali sono di fatto liberi di declinare in maniera eterogenea l’offerta di servizi e prestazioni davanti a uno Stato che si limita ad assegnare le risorse e a verificare l’adempimento dei Lea con una “griglia” capace di catturare solo le macro-diseguaglianze.

E il bastone per punire le Regioni inadempienti dimostra che “la toppa è peggio del buco” perché i Piani di rientro, guidati più da esigenze finanziarie che dalla necessità di riorganizzare i servizi, hanno scaricato sui cittadini un assurdo triplete: servizi sanitari peggiori con nefaste conseguenze sull’aspettativa di vita, addizionali Irpef più elevate per risanare i conti regionali e necessità di curarsi altrove.

Basti pensare che nel 2016 la mobilità sanitaria ha spostato oltre 4,15 miliardi, prevalentemente dal Sud al Nord: vero è che queste spese sono a carico del Ssn, ma non includono i costi che i cittadini devono sostenere per viaggi, disagi e quelli indiretti per il paese che sono enormemente più elevati. Senza contare che la mobilità sanitaria non traccia la mancata esigibilità dei Lea territoriali e soprattutto socio-sanitari, diritti che appartengono alla vita quotidiana e non all’occasionalità di un intervento chirurgico. In tal senso i recenti direct take services And dell’Espresso hanno portato all’attenzione pubblica l’enorme gap che esiste tra le varie Regioni in termini di sanità.

In this bleak scenario for the health of citizens, just over a month after the electoral consultations, the fate of public health does not seem to find space in the debate between the sides in the field, except for the nauseating no-vax / pro-vax comparison , exploited by the need to attract electoral consensus.

Se, a conclusione dell’indagine sulla sostenibilità del Ssn, la 12to Commissione Igiene e Sanità del Senato ha affermato che è indispensabile riportare il Ssn al centro dell’agenda politica con un ruolo da prim’attore economico e sociale, la domanda sorge spontanea: quali forze politiche hanno realmente a cuore la sanità pubblica e stanno predisponendo un concreto “piano di salvataggio” per il Ssn, conquista sociale irrinunciabile dei cittadini italiani? Ovvero, tra quelli che aspirano a governare il nostro paese, chi saprebbe rispondere in modo affermativo a tutte queste domande?

  1. Will we be able to make all political decisions, not only health, but also industrial, environmental, social, economic and fiscal, by being guided by people's health?
  2. Will we be able to offer reasonable certainties on the resources to be allocated to healthcare, putting an end to periodic downward reviews and, above all, relaunching public funding?
  3. Riusciremo a potenziare le capacità d’indirizzo e verifica del Ministero della Salute sulle Regioni, nel pieno rispetto delle loro autonomie?
  4. Will we be able to lay the foundations for building a national social and health service, aware that social needs are closely related to health needs?
  5. Will we have the courage to redesign the perimeter of the Lea based on scientific evidence and the cost-effectiveness of health interventions, as well as redefine the medical expenses deductible for personal income tax purposes according to the same criteria?
  6. Will we be able to eliminate the heavy tax of the superticket and define fair and homogeneous sharing criteria for health care costs throughout the national territory?
  7. Will we be able to launch a national plan for the prevention and reduction of waste and inefficiencies, to divest and reallocate at least 1 of the 2 euros wasted for every 10 spent?
  8. Will we have the courage to implement a legislative reorganization of supplementary healthcare, in order to protect citizens and avoid consumerist and privatization drifts?
  9. Saremo in grado di regolamentare adeguatamente l’integrazione pubblico-privato e l’esercizio della libera professione?
  10. Riusciremo a destinare almeno l’1% del fondo sanitario alla ricerca clinica e organizzativa di cui il Ssn ha realmente bisogno?
  11. Will we really be able to relaunch personnel policies and adequately plan the needs of doctors, specialists and other health professionals?
  12. Saremo capaci di avviare un programma istituzionale d’informazione scientifica per cittadini e pazienti per smentire fake-news, ridurre il consumismo sanitario e facilitare decisioni condivise?

Considerato che il diritto costituzionale alla tutela della salute non può essere condizionato da ideologie partitiche, ma deve essere garantito a tutte le persone, nell’ambito delle attività dell’Osservatorio Gimbe i programmi elettorali di tutte le forze politiche sono attualmente oggetto di analisi comparativa sulle proposte relative a sanità, welfare e ricerca, perché il nostro slogan “salute prima di tutto, sanità per tutti” è condition sine qua non, as well as for the well-being of the people, also for the country's economic recovery.

Nino Cartabellotta President Gimbe -02/02/2018

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Thus they are killing public health

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