Sanita’: sciopero nazionale medici mercoledi’ 16 dicembre

AGI) – Roma, 3 nov. – Sciopero nazionale dei medici mercoledi’ 16 dicembre indetto dalle organizzazioni sindacali Anaao, Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fesmed,Anpo, Nuova Ascoti, Fials medici, Fassid, Fp Cgil medici, Cisl medici, Intesa sindacale, Uil medici, Fvm, Fimmg, Sumai, Snami, Smi, Fimp, Andi e Fespa, che preannunciano l’intento di “individuare una seconda giornata nella prima data utile” e di voler “attivare ulteriori iniziative”.

Le organizzazioni sindacali denunciano, “in maniera unitaria, il grave e perdurante disagio causato ai cittadini da politiche orientate esclusivamente ad una gestione contabile del Ssn, con l’unico obiettivo del risparmio economico, sempre meno legate all’obbligo di rispondere ai loro bisogni assistenziali secondo principi di equita’, giustizia e sicurezza. E stigmatizzano la mortificazione del ruolo, dell’autonomia e delle responsabilita’ dei medici, il cui esercizio professionale di garanzia viene intimidito e limitato da norme e burocrazia, la subalternita’ del valore del lavoro dei professionisti che operano nel Ssn alla logica dei conti, l’assenza di politiche nazionali a favore di una omogenea esigibilita’ del diritto alla tutela della salute in tutto il Paese”. I sindacati dei medici chiedono a “governo e Regioni attenzione per la salute dei cittadini e consapevolezza delle pesanti e negative ripercussioni sulle liste di attesa, sull’integrazione ospedale territorio, sulle condizioni di lavoro, sulla qualita’ e sicurezza delle cure, sulla sperequazione esistente nell’esigibilita’ del diritto alla salute e nei livelli di tassazione, che derivano da un progressivo impoverimento del servizio pubblico. E di mettere fine alla intollerabile ‘caccia alle streghe’ che prevede, panacea di ogni problema legato all’erogazione delle prestazioni sanitarie, sempre e solo sanzioni e multe a carico dei medici, capri espiatori delle colpe di decisori politici ed amministratori miopi e inadeguati”.

Secondo i sindacati dei medici: “Un livello di finanziamento del servizio sanitario inferiore al fabbisogno, e a quanto in precedenza stabilito da governo e Regioni, rappresenta l’anticamera di un ulteriore razionamento dei servizi cui concorre un blocco del turnover che, indifferente alla carenza di personale prevista nei prossimi anni, complice la gobba demografica, mette a rischio i livelli minimi di servizio, peggiora le condizioni di lavoro e costringe i giovani ad emigrare o adattarsi ad un precariato stabile.

Mentre la riduzione del costo del personale spinge per il licenziamento dei precari in settori fondamentali, quali il pronto soccorso, la proroga di fatto del blocco di contratti e convenzioni, in atto da 6 anni, e del salario accessorio, aumenta la perdita del potere di acquisto delle retribuzioni, impedisce legittime aspettative di carriera ed il pagamento dei turni notturni e festivi. La persistente assenza di una riforma delle cure primarie, finalizzata a rafforzare la continuita’ delle cure, accentua l’isolamento dell’ospedale ed il suo ruolo di ammortizzatore sociale”.

Martedì 03 Novembre 2015 – AGI.it

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