Acquisiti dalle Regioni i dati di spesa definitivi, il consuntivo 2024 si chiude con uno sforamento della spesa farmaceutica per acquisti diretti da parte delle stesse Regioni di 4 miliardi e 16 milioni di euro.
Il “Monitoraggio della Spesa Farmaceutica Nazionale e Regionale gennaio-dicembre 2024”, approvato dal CdA di AIFA nella seduta del 29 luglio, fissa all’11,32% del Fondo sanitario nazionale (FSN) la spesa per la “diretta”, contro l’8,3% del tetto prefissato. Lo scorso anno la percentuale di spesa sul FSN era stata pari al 10,53%.
A influire sull’incremento della spesa, oltre alle dinamiche registrate negli altri Paesi paragonabili, come invecchiamento della popolazione e costi dell’innovazione sempre più elevati, è stato anche il passaggio di diversi medicinali dal Fondo per gli innovativi a quello degli acquisti diretti.
I dati che si ricavano dal documento, pubblicato sul portale dell’AIFA, evidenziano inoltre una notevole divaricazione di spesa a livello regionale, con una percentuale rispetto ai singoli fondi sanitari regionali che varia dal 9,44% della Lombardia al 13,48% della Sardegna, dal 13,21% della Campania al 13,15% del Friuli Venezia Giulia. Sotto la soglia del 10% del FSR si collocano, oltre alla Lombardia, anche Trento e Valle D’Aosta, mentre sopra lo soglia del 12% Emilia Romagna, Abruzzo e Marche.
Complessivamente, in valori assoluti, la spesa per acquisti diretti da parte delle Regioni ammonta a 15 miliardi e 56 milioni di euro, ai quali si aggiungono i 249 milioni di spesa per i gas medicinali.
