Aderenza: un paziente su 4 non segue terapie cardiovascolari

Un paziente su 4 non aderisce alle terapie cardiovascolari (il 76% le segue correttamente). E dopo un anno dall’ictus circa uno su 3 smette di curarsi (la persistenza in terapia è variabile dal 50% all’80%). Per esempio, l’anticoagulante warfarin viene abbandonato dopo 1 anno nel 32% dei casi . La non aderenza aumenta le recidive di eventi fatali e gravi da 3 a 7 volte. Se ne parlerà durante la sezione Salute del Meeting di Rimini, in programma dal 20 al 26 agosto.

Tre i grandi incontri in programma a cui si affiancheranno appuntamenti quotidiani (alle 12, 16 e 18) nella Sala Meeting Salute. In uno spazio dedicato un “Think Tank” affronterà alcuni temi chiave come l’accesso ai farmaci e i diritti dei pazienti, le sfide e le opportunità di un Paese che invecchia sempre di più, la questione dei vaccini, il ruolo dei Big Data, la nutrizione, il dialogo tra ricerca, industrie e associazioni scientifiche.

Le malattie in cui è maggiore la non-aderenza in ambito cardiovascolare – anticipano gli esperti – sono l’ipertensione arteriosa, la fibrillazione atriale, lo scompenso cardiaco, il diabete mellito, le dislipidemie. «Se si pensa che dopo i 75 anni sono dislipidemiche il 50% delle persone, ipertese il 63% e diabetiche il 20% si comprende come sia vasto il problema della non aderenza» spiega Alessandro Boccanelli, dirigente medico di II livello dell’Azienda ospedaliera S.Giovanni Addolorata di Roma «si curano solo il 65% dei dislipidemici, il 78% degli ipertesi e il 20% dei diabetici».

05/08/2017 – Federfarma

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