Aifa, Robert Nisticò è il nuovo presidente

Via libera dalle conferenze delle Regioni, Stato-Regioni e Unificata alla nomina del professore associato di Farmacologia a Tor Vergata a numero uno dell’Agenzia

Sarà Robert Giovanni Nisticò il nuovo presidente dell’Aifa. A un mese e mezzo dalle dimissioni di Giorgio Palù – comunicate a sorpresa lo scorso 22 febbraio – le conferenze delle Regioni, Stato-Regioni e Unificata hanno dato parere favorevole alla proposta del ministro della Salute Orazio Schillaci di nominare il professore associato di Farmacologia a Tor Vergata come prossimo presidente dell’Agenzia italiana del farmaco.

___________________________________

Nuova Aifa, l’arrivo di Nisticò e la neurologia in primo piano

Fortune Health – 5 aprile 2024

Non sono poche le sfide per la nuova Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Ma dal momento che occorre dare un forte e concreto impulso alla prevenzione precoce e alla cura dei pazienti afflitti da gravi patologie del sistema nervoso centrale, l’arrivo alla guida dell’Agenzia di Robert Giovanni Nisticò è particolarmente interessante, dal momento che il farmacologo ha concentrato le sue ricerche principalmente su tre aree di enorme importanza ed impatto: plasticità sinaptica, apprendimento e memoria.

Nisticò ha infatti studiato i meccanismi molecolari e cellulari che regolano la plasticità sinaptica, la capacità del cervello di adattarsi e cambiare in risposta all’esperienza. Ma il neopresidente Aifa ha anche sviluppato nuovi farmaci per migliorare la memoria e l’apprendimento in modelli animali di malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer e la sclerosi multipla.

E ancora: infiammazione e neurodegenerazione. Lo studioso ha infatti indagato il ruolo dell’infiammazione nel processo di neurodegenerazione, sviluppando nuovi principi attivi antinfiammatori per il trattamento di malattie neurodegenerative. Nisticò ha studiato il rapporto tra sistema immunitario e cervello e come il primo possa essere modulato per proteggere i neuroni dal danno.

Infine, il presidente dell’Aifa conosce tutte le tappe del percorso dei nuovi farmaci: Nisticò ha infatti esperienza diretta nello sviluppo di nuove molecole, dalle fasi iniziali alla sperimentazione clinica.
Ha collaborato, in tal senso, con diverse organizzazioni per la messa a punto di nuovi trattamenti per le malattie neurologiche più drammatiche e devastanti. Ricordiamo che oggi al mondo abbiamo oltre 3 miliardi di pazienti affetti da queste patologie, che non hanno ancora trovato un’adeguata risposta. Auguri di buon lavoro, dunque, a Nisticò: una garanzia e un cervello unico a capo di una delle Agenzie regolatorie più importanti e prestigiose al mondo.

*Carlo Centemeri, Adjunct Professor of Clinical Pharmacology
University of Milan


Schillaci aveva promesso un profilo «europeo» e Nisticò risponde all’identikit. Ha ben 181 pubblicazioni al suo attivo e prima di Tor Vergata ha lavorato a Bristol e Nottingham (Regno Unito), è stato direttore di laboratorio allo European Brain Research Institute (Ebri) e fa parte della commissione sui farmaci orfani dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).

UN CURRICULUM di tutto rispetto, forse un po’ troppo simile a quello dell’ottantatreenne padre Giuseppe, che a Tor Vergata è stato ordinario di farmacologia, all’Ebri direttore generale e all’Ema ha rappresentato l’Italia in varie commissioni. «Pino» Nisticò, ex-senatore di Forza Italia, è stato sottosegretario alla Salute nel primo governo Berlusconi, presidente della Calabria nel 1995 e poi parlamentare europeo.

NISTICÒ FIGLIO presiederà per cinque anni la principale agenzia nazionale di controllo sui farmaci. È un compito non facile: dovrà collaudare il nuovo assetto dell’agenzia dopo una riforma che, secondo molti osservatori, ne ha diminuito il potere di vigilanza sull’industria farmaceutica. La missione è complicata dagli scandali sempre più frequenti che agitano la comunità scientifica. Cresce il numero di ricerche ritirate dopo la scoperta di frodi o errori grossolani. Secondo una stima recente dell’università di Copenhagen, circa il 20% delle pubblicazioni scientifiche in ambito medico presenterebbero segni di manipolazione dei dati.

Estratto da Il Manifesto

Notizie correlate: Nisticò, prima sortita: “Nei prossimi 5 anni in Aifa penserò anche al futuro dei giovani”

 

Exit mobile version