All’Accademia di Medicina di Torino si è discusso su come gli informatori sovrastano e condizionano le linee guida e le terapie

Si è tenuto all’Accademia di Medicina di Torino la “seduta” sul tema “Industria del farmaco e linee guida terapeutiche“. Nella presentazione dell’evento, l’Accademia spiega:

” L’industria farmaceutica è uno straordinario volano di innovazione. Ha non di meno il legittimo interesse di promuovere la vendita dei propri prodotti al costo più remunerativo.

E gli informatori medico-scientifici spesso integrano e talora sovrastano l’informazione erogata da Università, Società scientifiche, Ordini professionali e Istituzioni Sanitarie. Le industrie farmaceutiche comprensibilmente promuovono un’informazione volta soprattutto ad enfatizzare gli effetti positivi dei loro prodotti, ma talora, in maniera indiretta, condizionano linee guida e raccomandazioni terapeutiche, in qualche caso oscurando un equilibrato rapporto costo-efficacia con qualche inconsapevole supporto delle Società scientifiche.

Durante la seduta dell’Accademia di Medicina dell’11 ottobre, organizzata dal Prof. Dario Roccatello, si è discusso l’impatto potenzialmente fuorviante dell’industria del farmaco in alcuni ambiti di attualità medica: le terapie antivirali per alcuni disordini HCV-associati, alcuni tipi di scompenso cardiaco e il trattamento di alcuni disordini immuno-mediati e malattie rare.

Nella presentazione dell’evento è stato raffigurato con una diapositiva (che riportiamo) il ruolo preponderante del marketing farmaceutico, anche nella ricerca.

I relatori hanno evidenziato che la ricerca è sostanzialmente in mano all’industria farmaceutica che non
necessariamente è un fatto negativo, anzi nella maggior parte dei casi è un bene altrimenti la ricerca si ridurrebbe in modo drastico.

Ma la deriva sul rapporto costo/efficacia è dietro l’angolo. Nel corso dell’incontro si sono fatti alcuni esempi nel modo in cui l’industria farmaceutica può influenzare la ricerca il cui fine è indubbiamente un ritorno economico.
Si fa anche l’esempio dei biosimilari accolti con diffidenza dagli ambienti medici.

Si è inoltre sottolineato che il ricercatore che materialmente conduce la ricerca non ha accesso ai dati che egli stesso produce né può sviluppare una propria elaborazione indipendente.

Alla fine della ricerca, dell’approvazione, della registrazione e dell’immissione in commercio del farmaco entra in gioco il ruolo e la funzione dell’informatore scientifico del farmaco. Nella presentazione dell’intervento della Dr.ssa Francesca Boni, Presidente AIISF, associazione federata Fedaiisf, il moderatore ha constatato che l’informazione prodotta dagli informatori scientifici è “irrobustita” dalla legislazione.

Nel suo intervento, la Boni, ha esordito descrivendo come gli informatori vengono visti dai pazienti e dalla maggior parte dei medici. I pazienti solitamente accolgono l’ISF con esclamazioni tipo: “è arrivato il viaggiatore, il commesso” o cose simili, intendendo come tale uno scocciatore che fa perder tempo al medico (anche se l’ISF ha un appuntamento ed uno spazio ad esso riservato). Per il medico, al di là del rapporto anche amichevole che può instaurarsi, è visto come il braccio armato dell’industria farmaceutica. Ebbene, dice Boni, non è così né nell’uno né nell’altro caso.

L’informazione scientifica, e di conseguenza l’informatore, spiega Boni, aveva già una regolamentazione al momento dell’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale con la Legge 23 dicembre 1978, n. 833. Oggi la professione dell’ISF è regolamentata dalla legge del 2006 e da regolamenti regionali.

Innanzitutto l’ISF deve essere in possesso di una laurea scientifica fra quelle indicate dalla legge, e non deve far parte del marketing, ma di un servizio scientifico apposito. Il suo compito è spiegare ai medici i farmaci che l’azienda produce dal punto di vista “tecnico/scientifico”, farmacologico: il principio attivo, il meccanismo d’azione, la farmacocinetica, la posologia, il prezzo, ecc.. Sarà poi il medico a scegliere, con cognizione di causa, il farmaco che ritiene più opportuno per il proprio paziente. L’informatore per il suo lavoro può utilizzare solo lavori ufficiali, approvati dall’AIFA (l’organo regolatorio). Inoltre gli è assolutamente vietato parlare di indicazioni non approvate (off label) che sarebbe un reato. Per ultimo, ma non ultimo per importanza, l’ISF è incaricato della farmacovigilanza cioè di raccogliere le notizie sugli eventi avversi che i medici riferiscono e che a sua volta deve trasmettere al servizio di farmacovigilanza dell’azienda che poi verrà trasmesso ad AIFA.

Alla fine dell’incontro è intervenuto da remoto il Presidente Federale Fedaiisf, Antonio Mazzarella, facendo notare che la diffidenza sui biosimilari potrebbe derivare anche dall’assenza di informatori scientifici in quel settore, come sui generici i quali puntano solamente sul fattore prezzo.

Per completezza nella discussione sarebbe stato utile sentire anche l’industria farmaceutica e gli enti regolatori (AIFA, EMA).

Vogliamo infine ringraziare l’Accademia per avere concesso senza preconcetti di inserirci negli argomenti in una discussione di rilevante interesse, concedendo uno spazio per una nostra rappresentante come Francesca Boni.

In seguito AIISF ha emanato il sottostante comunicato:

Martedì 11 ottobre, in questa seduta dell’Accademia di Medicina di Torino, abbiamo avuto l’opportunità  di far conoscere la nostra professione ed il nostro ruolo all’interno del SSN. Con esso siamo nati nel 1978 e da allora la nostra attività è sempre stata rivolta a fornire alla classe medica e ai farmacisti le informazioni più aggiornate sui prodotti di nostra competenza. Il tutto secondo regole precise che il legislatore ci ha dato, con lo scopo di permettere che ogni cittadino possa avere la cura migliore per la propria patologia, ad un costo ragionevole e sostenibile per lo Stato. Questa è la strada che noi informatori ogni giorno dobbiamo e vogliamo percorrere, chiunque sia il nostro datore di lavoro. Se in futuro esisteranno informatori alle dipendenze del SSN , essi avranno sempre, come ora,  l’obbligo di lavorare con assoluta competenza ed imparzialità e svincolati da ogni logica di profitto.

Francesca Boni
Presidente Nazionale AIISF
Federata Fedaiisf

 

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