Boiron lascia Ardea: a rischio 49 lavoratori

Storie di ordinaria amministrazione, che fortunatamente lasciano ancora l’opinione pubblica interdetta, ma alle quali siamo purtroppo sempre più abituati in questo territorio. Ad essere protagonisti, questa volta, i 49 lavoratori della Boiron, società francese produttrice di medicinali omeopatici, presente in Italia dal 1979, che ha deciso di chiudere lo stabilimento di Ardea, sulla via Pontina Vecchia, penultimo stabilimento italiano dopo quello di Milano. I lavoratori spiegano di aver ricevuto conferma della volontà di abbandonare il sito produttivo e distributivo il 12 ottobre, data in cui è partito un “conto alla rovescia” di 75 giorni, passati i quali l’azienda chiuderà lo stabilimento, lasciando tutti i dipendenti senza lavoro, nonostante gli ottimi risultati ottenuti a livello di fatturato: malgrado la crisi, l’esercizio chiuso il 31 dicembre scorso indica ricavi per oltre 53,5 milioni di euro, in crescita del 3%, con un utile che sfiora i 2,3 milioni, e un indice di redditività dell‘11,7%. “Eppure – sostengono i lavoratori – siamo in attivo: fino a luglio scorso sono stati concessi premi di partecipazione. Ad Ardea distribuiamo il 70% del fatturato aziendale e il quantitativo di prodotti distribuiti dal nostro stabilimento è cresciuto del 29% dal 2010 al 2012”. I timori di un ridimensionamento risalgono ad un anno fa, quando l’azienda decise di eliminare il servizio clienti ad Ardea, per accentrare tutto nella sede centrale di Segrate, ma non si pensava di certo alla chiusura.

L’azienda, attraverso Claudia Femora delle relazioni esterne di Milano, pur ammettendo che “è in corso una ristrutturazione”, fa sapere di non voler parlare “finché saranno in corso trattative sindacali”

per rispetto nei confronti dei lavoratori. Lavoratori che hanno riferito ai nostri microfoni che l’azienda chiude a causa di politiche restrittive dell’AIFA, l’Agenzia Italiana Del Farmaco.

Francesca Poddesu – 15 novembre 2012  

 

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