COMUNICATO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE DEI COMITATI DEI MEDICI PER L’AMBIENTE E LA SALUTE

Come medici,   che hanno ben presente ciò  che recita la legge istitutiva del SSN  (art. 2, il SSN ha tra gli obiettivi …" la formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un’adeguata educazione sanitaria del cittadino e delle comunità; …  la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro; ….la promozione e la salvaguardia della salubrità e dell’igiene dell’ambiente naturale di vita e di lavoro")  nonché ciò che anche il nostro Codice Deontologico  ci prescrive- ovvero  di promuovere la salute individuale e collettiva – non possiamo che rimanere  sconcertati dalla  lettura di alcuni documenti ufficiali pubblicati sul sito istituzionale (http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/rifiuti_piano_salute/index.html)             del Governo italiano dove è possibile accedere ad un Piano di intervento operativo sulla salute per l’emergenza rifiuti in Campania redatto, nel maggio 2008,  dal Ministero del Welfare ed alla  cui redazione  hanno dato la loro collaborazione l’Istituto Superiore di Sanità, la Regione Campania e l’Ordine dei Medici di Napoli.

Il piano prevede, tra l’altro, “la corretta informazione al pubblico su eventuali rischi per la salute derivanti dall’accumulo dei rifiuti e del loro smaltimento” e, riferendosi agli impianti di incenerimento, fornisce questo messaggio: “Gli impianti di incenerimento e termovalorizzazione (quale quello che entrerà in funzione ad Acerra) sono costruiti secondo le moderne tecnologie e non rappresentano un rischio aggiuntivo per la salute delle popolazioni residenti nelle aree circostanti. Il loro impatto ambientale è paragonabile a quello conseguente a normali situazioni di traffico urbano”. Questa affermazione è quantomeno assai imprecisa se si osservano i dati relativi ad alcuni inquinanti, quali, ad esempio, le diossine.                                                                       

Dai documenti ufficiali Europei  (dati dell’ inventario della Commissione Europea, rapporto finale del 31.12.2000, 3° volume, pag 69  http://ec.europa.eu/environment/dioxin/pdf/stage2/volume_3.pdf ) risultano i seguenti dati per l’Italia: 295,5 gr/anno di diossine in tossicità equivalente (TE) prodotte dagli impianti di incenerimento (pari al 64% del totale), e di questi 170,6 gr/anno (pari al 37% del totale) prodotti dai soli impianti di incenerimento per rifiuti urbani presenti in Italia ( circa 50 ), a fronte di 5,1 gr/anno ( pari all’ 1,1%) prodotti dai trasporti stradali (oltre 30 milioni di autovetture, senza tener conto degli altri autoveicoli): ogni commento appare superfluo.

Ci chiediamo, a tale proposito, chi ha fornito i dati che supportano il messaggio che l’impatto di un impianto di incenerimento, o di termovalorizzazione che dir si voglia, "è paragonabile a quello conseguente a normali situazioni di traffico". Il dato delle diossine, in tossicità equivalente, prodotte annualmente dagli impianti di incenerimento è particolarmente impressionante, dal punto di vista sanitario,  in quant

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