Cura Italia, a rischio lavoratori del farmaco e dei dispositivi medici

L’articolo 14, nonostante la ferma contrarietà manifestata dai sindacati al governo e a Farmindustria, non applica infatti a questi lavoratori la possibilità della messa in quarantena sorvegliata

“Esporre tutti i lavoratori della produzione e dispensazione del farmaco, dei dispositivi medici, della ricerca e della filiera integrata dei subfornitori a un rischio ingiustificato per la salute propria e dei propri familiari è assolutamente inaccettabile. Eppure è proprio quello che prevede il decreto legge numero 18, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale”. Questa la denuncia di Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Paolo Pirani, rispettivamente segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil.

L’articolo 14, nonostante la ferma contrarietà manifestata dai sindacati al governo e a Farmindustria, non applica infatti a questi lavoratori la possibilità della messa in quarantena sorvegliata qualora i lavoratori stessi vengano in contatto con un soggetto positivo, anche un familiare, come disposto dal dl 23 febbraio 2020 per tutti i cittadini.

Riteniamo questa norma inaccettabile perché non solo comporta una lesione del diritto individuale e collettivo alla salute – proseguono i tre segretari generali –, ma anche perché risulta in netta controtendenza rispetto a tutte le raccomandazioni governative sul contenimento dell’epidemia, che invitano le persone a isolarsi e prendere provvedimenti di restrizioni anche personali qualora ci fosse solo il sospetto di un contatto con potenziali contagiati”.

Fino a oggi, attraverso l’avviso comune stilato con Federchimica e Farmindustria, “si indicavano buone pratiche e provvedimenti cautelativi per coniugare la salvaguardia della salute dei lavoratori con la necessaria sicurezza dell’approvvigionamento dei farmaci da parte dei cittadini e del sistema sanitario, in un’evidente situazione di estrema gravità per il Paese”.

“È chiaro – continuano i tre – che questo dispositivo di legge supera tutte le indicazioni e le disposizioni fin qui adottate, e impone per via giuridica una forzatura che avrebbe il malaugurato effetto di non garantire le condizioni di sicurezza dei lavoratori, alimentando ulteriori tensioni nelle aziende. Se Farmindustria e tutte le associazioni di categoria della filiera del farmaco decideranno di assecondare quelle forzature e applicare il decreto legge così come è stato erroneamente pensato, si assumeranno una grandissima responsabilità, e interromperanno un sistema di relazioni industriali che ha svolto un importante ruolo positivo negli ultimi decenni, e troverà da parte nostra la più ferma contrarietà che verrà esplicitata attraverso tutte le forme e iniziative che si riterranno più efficaci”.

“Pertanto invitiamo le Rsu e i lavoratori della produzione e dispensazione del farmaco, dei dispositivi medici, della ricerca e della filiera integrata dei subfornitori ad esigere, anche attraverso le necessarie iniziative sindacali, la concreta applicazione del Protocollo per il contrasto alla diffusione del virus sottoscritto dalle organizzazioni sindacali con Confindustria per la salvaguardia della salute di tutti i lavoratori. Da parte nostra – hanno concluso i tre leader sindacali – ci attiveremo con le Confederazioni fin da subito per promuovere lo stralcio della norma nella fase di conversione in legge”.


Coronavirus, Ulgiati (Ugl):”Lavoratori farmaceutica e biomedicale in prima linea, urgono modifiche al ‘Cura Italia’”

Scisciano notizie – 19 marzo 2020

“Grande è il contributo che, in particolare, nell’industria Farmaceutica e Biomedicale stanno dando lavoratrici e lavoratori nella lotta alla dalla pandemia Coronavirus, ma avrebbero bisogno di un decreto decisamente diverso dal ‘Cura Italia’ e per questo sollecitiamo anche tutte le forze politiche affinché possano essere apportate modifiche e migliorie al testo durante l’analisi che avverrà a breve in Parlamento”.

Così il segretario nazionale UGL Chimici, Luigi Ulgiati, evidenziando che “sarebbero state sufficienti 4 o 5 misure chiare. Invece ci sono ben 127 articoli che tentano di dare risposte a tutto e a tutti, ma che in realtà complicano le norme, anche le più semplici, e non danno risposte adeguate ai problemi del Paese”.

In particolare “quanto previsto dal DL 23 febbraio 2020, relativamente alla quarantena, non potrà essere applicato a lavoratrici e lavoratori dell’industria farmaceutica e biomedicale. Ciò, oltre a mettere in discussione il diritto alla salute, rischia di contribuire alla diffusione del virus. Per evitare potenziali es esponenziali contagi nei luoghi di lavoro, dovranno essere messi in atto adeguati strumenti sia di protezione sia di verifica dello stato di salute di tutti, anche attraverso appositi tamponi”. Inoltre “i permessi previsti nei congedi parentali sono insufficienti sia come monte ore che come garanzia retributiva. È una vera elemosina e mortificante il gettone presenza per chi ha lavorato nel mese di marzo. La CIGO non sarà immediatamente esigibile e molti lavoratori, se non ci sarà l’anticipo da parte delle aziende, potranno avere il ristoro economico solo dopo diversi mesi. La CIG invece sembra non avere le coperture economiche sufficienti al reale fabbisogno”.

“Come Ugl – sottolinea Ulgiati – siamo impegnati da sempre e continueremo a esserlo a garantire il diritto al lavoro e alla salute. Ancora di più, in questo particolare momento, è indispensabile trovare soluzioni, affinché si possano evitare contagi nei luoghi di lavoro e ripercussioni sui livelli occupazionali e salariali. Noi ci siamo in tutti i luoghi di lavoro insieme agli RSU, attraverso i Comitati Paritetici ormai costituiti in tutte le aziende, per garantire un confronto con le imprese, per individuare soluzioni non sempre garantite dal Decreto, ma c’è bisogno anche di un intervento della politica per modificare in meglio il ‘Cura Italia’”.

 

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