DAL TEATRO ALLA SCIENZA E’ SEMPRE “DISEASE MONGERING”

 

Pubblicato da Emanuela Zerbinatti alle 23:18 in Medicina e arte, Teatro   da http://www.arteesalute.blogosfere.it 

"L’unico modo per difendersi dal "disease mongering" è conoscerlo". È questa la conclusione a cui erano giunti Ray Moynihan e David Hanry, rispettivamente giornalista e farmacologo dell’università di Newcastle (Australia), nell’editoriale del numero speciale che Plos Medicine – una rivista medica medico-scientifica fruibile liberamente – aveva dedicato tempo fa a questo fenomeno. "Il "disease mongering" – che si potrebbe tradurre con "malattie create dal marketing" – trasforma i sani in malati, causa lesioni iatrogene e disperde risorse preziose, al solo scopo di aumentare il numero di malati e di potenziali clienti nel mercato di chi vende e distribuisce farmaci. È un problema globale che interessa tutti quelli che si occupano di salute". In pratica l’arte di creare prima il farmaco e poi la malattia che dovrebbe curare. Si tratta di un problema globale, come hanno detto gli autori, ma non è un fenomeno dei tempi moderni.
In Knock, una commedia scritta nel 1923, Jules Romains narra la storia di un medico sostenitore dell’infallibilità della medicina e dell’efficacia della pubblicità commerciale che riesce ad indurre la popolazione di un intero paese a sottoporsi alle sue cure. Nella frase fatta pronunciare al protagonista "le persone sane sono malate che non sanno di esserlo" è racchiuso tutto il pensiero dei più moderni "commercianti di malattie". E anche sulle riviste medico-scientifiche non mancano i tentativi di definire e studiare il fenomeno, così co