DdL Semplificazioni approvato. La ricetta medica ha validità per un anno, ma i farmaci vengono dispensati ogni 30 giorni.

Alla Camera, l’esame in sede referente presso la I Commissione Affari costituzionali del provvedimento (C. 2655) è stato avviato nella seduta del 29 ottobre 2025 e si è concluso, senza apportare modifiche al testo, nella seduta del 12 novembre 2025.
Qui il dossier sul provvedimento.


Ricetta valida 12 mesi, la svolta che cambia la vita ai malati: addio alle file infinite dal medico

Notizialocale – 29 novembre 2025 di Valeria Mazzantini

Con il Ddl Semplificazioni arriva la prescrizione annuale che taglia burocrazia, stress e attese.

Chi convive con una malattia cronica sa cosa significa ritagliare ore preziose per una formalità che, fino a oggi, era impossibile evitare. Una telefonata, un messaggio, una corsa in ambulatorio, una sala d’attesa piena, solo per ritirare una ricetta identica alla precedente. Un rituale stancante che non aveva nulla di clinico ma tutto di burocratico. Ora, finalmente, quel meccanismo si spezza.

Con l’approvazione definitiva del Ddl Semplificazioni, la Camera ha dato il via a una rivoluzione che riguarda direttamente milioni di italiani: la ricetta medica valida un anno (art. 62.2). Una novità strutturale, non una sperimentazione, destinata a riscrivere l’organizzazione della medicina territoriale e a ridurre drasticamente il tempo perso dai pazienti per ottenere la continuità terapeutica.

Il principio è semplice: invece di tornare dal medico ogni mese, il paziente riceve una prescrizione annuale che garantisce la terapia continua per 12 mesi (NdR: con la possibilità di sospendere o modificare la terapia per motivi di appropriatezza clinica). Il medico continua a occuparsi della parte clinica, mentre la gestione del ritiro dei farmaci diventa un processo distribuito nel tempo e nelle mani della farmacia.

Il meccanismo è costruito in modo lineare e protetto. Il medico di famiglia indica sulla ricetta la terapia, la posologia e il fabbisogno necessario a coprire fino a un anno. Ma il paziente non ritira subito l’intero quantitativo: la distribuzione avviene mese per mese, direttamente in farmacia, senza dover tornare dal medico.

Il farmacista consegna il quantitativo dei farmaci sufficiente per i primi 30 giorni, poi il paziente torna quando serve e ritira la nuova fornitura, sempre sulla base della ricetta già emessa. Un sistema che elimina passaggi inutili e consente ai medici di recuperare tempo prezioso da dedicare a visite vere, non a fogli da firmare.

Basta visite inutili: si libera tempo per chi ne ha davvero bisogno

La norma mette fine a una distorsione che per anni ha intasato gli studi di medicina generale. Finora i malati cronici erano costretti a contattare periodicamente il medico solo per un rinnovo di ricetta, quando la terapia era stabile da molto tempo. Questo produceva lunghe liste di attesa e sottraeva tempo ai pazienti che necessitavano di controlli urgenti.

Con la ricetta valida 12 mesi, la situazione cambia radicalmente. I malati cronici ottengono continuità terapeutica garantita, mentre il medico può concentrarsi sulla parte clinica del proprio lavoro. E la farmacia diventa un punto di controllo naturale: se un paziente interrompe i ritiri mensili, il sistema lo rileva, favorendo un monitoraggio più efficiente dell’aderenza terapeutica.

Una svolta anche per chi esce dall’ospedale: le ricette valgono subito

Il Ddl risolve infine uno dei paradossi più frustranti del percorso sanitario italiano. Chi veniva dimesso dall’ospedale era spesso costretto a passare immediatamente dal medico di base perché i farmaci prescritti nel referto non erano ritirabili. Ora questo passaggio viene eliminato.

I referti di pronto soccorso e le lettere di dimissione ospedaliera avranno pieno valore prescrittivo. Il paziente potrà andare direttamente in farmacia senza dover chiedere una nuova trascrizione della terapia. È un intervento che elimina un ostacolo inutile e mette al centro la logica clinica: se un medico ospedaliero ha valutato la cura, non serve che un secondo medico la ricopi.

Con la ricetta annuale e la validità immediata delle prescrizioni ospedaliere, l’Italia compie un passo avanti concreto verso una sanità più moderna, meno burocratica e più rispettosa del tempo dei pazienti. Una semplificazione che, per milioni di persone, avrà un impatto quotidiano immediato e tangibile.


L’art. 61 interviene sul D.lgs. 219/2006, modificando alcune disposizioni, in materia di comunicazioni all’AIFA in caso di interruzione della commercializzazione di medicinali.

In particolare, si segnala, per quanto riguarda il titolare AIC, il dimezzamento – da quattro mesi a non meno di due mesi – del termine minimo di preavviso prima dell’interruzione della commercializzazione (art. 34, comma 6 D.lgs. 219/2006), ferma restando l’esenzione in caso di interruzione dovuta a circostanze imprevedibili.

Si evidenzia, inoltre la sostituzione del comma 3 dell’articolo 148 del D.lgs. 219/2006 così da modificare l’entità della sanzione amministrativa prevista (a carico della persona qualificata) per i casi di violazione degli obblighi, posti a carico della stessa dall’articolo 52, comma 8, del citato decreto legislativo (attualmente da 200 euro a 1200 euro e ora aumentata da un minimo di 1.000 euro a un massimo di 6.000 euro).


Nota:

Gli articoli 60, 61 e 62 della legge “Semplificazioni” ridefiniscono il perimetro della Farmacia dei Servizi e delle prestazioni erogabili, dalle vaccinazioni (quelle previste nel Piano nazionale vaccini) ai test diagnostici per infezioni batteriche e per l’epatite C, fino alla scelta e revoca del medico o pediatra di famiglia. Tra le semplificazioni, la dispensazione dei farmaci con ricetta dem valida 12 mesi, la Dpc dei dispositivi medici per pazienti a domicilio o in Rsa e la gestione degli spazi in locali separati dalla farmacia, in cui erogare i servizi sanitari, inclusa la telemedicina. Introdotti anche obblighi più rigorosi e un nuovo sistema sanzionatorio per la gestione delle carenze di medicinali.

Per l’attuazione delle nuove disposizioni riguardanti le farmacie, la legge prevede l’adozione di due diversi decreti attuativi.
Per le misure previste dall’articolo 60, è prevista l’adozione entro 60 giornidi uno o più decreti del Ministro della Salute, di concerto con il MEF, per definire criteri operativi, requisiti strutturali e modalità uniformi di erogazione delle prestazioni.
Per l’attuazione dell’articolo 62 il Ministero della Salute, sempre di concerto con il MEF, dovrà intervenire entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge anche al fine di garantire che dalle stesse non derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.


Fimmg: “Medici di famiglia e farmacisti alleati naturali per presa in carico continuativa e di prossimità”

«La possibilità di prescrivere i farmaci per patologie croniche fino a dodici mesi, riducendo la necessità di ripetere continuamente le ricette, non è solo una semplificazione burocratica: è una scelta di cura, perché significa liberare tempo clinico per il medico di famiglia, ridurre disagi per il cittadino e costruire, insieme alle farmacie, un presidio territoriale realmente vicino alle persone adattando l’atto prescrittivo alle caratteristiche della singola persona valutata per aderenza e compliance». Lo dice il segretario generale Fimmg Silvestro Scotti in relazione all’approvazione definitiva alla Camera del Ddl Semplificazione e Digitalizzazione.

Un cambiamento che si muove nel solco di una collaborazione sempre più necessaria tra medici di medicina generale e farmacisti, già del resto indicata con chiarezza nella dichiarazione a verbale nell’ultimo ACN in corso di approvazione che dovrà trovare ulteriori risposte nelle prossime convenzioni delle due categorie.

Per la Federazione dei Medici di Medicina Generale la vera svolta non riguarda soltanto la gestione personalizzata della durata della prescrizione, ma la costruzione di un rapporto funzionale tra le AFT, le loro sedi di riferimento e le farmacie competenti per territorio. In questo assetto, medici di medicina generale e farmacisti diventano di fatto una “Casa di Comunità spoke” diffusa sul territorio, capace di potenziare/integrare i servizi e le azioni strategiche per rendere più agile, efficace ed efficiente la gestione della cronicità e portare al massimo livello la prossimità per il cittadino. Fimmg sottolinea come questa alleanza professionale sia una chiave strategica di appropriatezza e sostenibilità: lavorare su obiettivi condivisi significa migliorare la qualità delle prescrizioni, evitare sprechi, ridurre interruzioni non motivate dei trattamenti, orientare la gestione delle patologie croniche verso risultati di salute misurabili e tangibili per le persone, trasformando il territorio in un vero presidio sanitario organizzato e non in una somma di atti burocratici.

In questo schema si inserisce naturalmente anche l’accordo con la specialistica ambulatoriale, che consente di avere lo specialista di riferimento all’interno della stessa AFT (ndr: aggregazioni funzionali territoriali) medico di medicina generale, farmacista e specialista possono così condividere percorsi, aggiustare le terapie, monitorare nel tempo i pazienti cronici, valorizzando la telemedicina come strumento che amplifica il lavoro integrato, facilita i consulti, consente il monitoraggio a distanza dei pazienti fragili e permette interventi tempestivi di fronte ai primi segnali di scompenso riducendo così gli accessi in ospedale e prevenendo le possibili complicanze con una azione congiunta finalizzata alla prevenzione secondaria delle patologie croniche. «L’accordo con la specialistica ambulatoriale ci permette di chiudere il cerchio – sottolinea la Fimmg – perché mette davvero in rete tutte le professionalità coinvolte nella gestione della cronicità e rende concreta l’idea di una presa in carico continua, dal momento della prescrizione fino alla valutazione degli esiti di salute».

(Fonte Fimmg)

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N.d.R.:

Bene che si eviti di andare ogni mese dal medico a fare la ricetta, ma il disagio per i pazienti continua visto che ogni mese si deve andare in farmacia!… e le confezioni che durano più di un mese cosa ne fanno, le “spacchettano”?… e chi fa le politerapie cosa fa, passa le giornate in farmacia? …e quelli che devono andare anche alla farmacia dell’ospedale per la distribuzione diretta?

Sono alcuni commenti ricavati dal web

Per molti è un peggioramento. Altri commenti: “Peggio, scrivevo al medico, mi dava la ricetta via mail e ritiravo 2 mesi di terapia. Ora ogni mese devo farmi la coda in farmacia”.

Facevo la fila in farmacia e all’ospedale una volta ogni 3 mesi. Adesso devo fare la fila in entrambi i posti una volta al mese. Fantastico. Tanto il mio tempo lo pagano sempre di meno“.

Sarebbe interessante sapere chi ha pensato di semplificare in questo modo. Inoltre le confezioni più capienti permettono in genere un costo giornaliero minore. Si spera che con i decreti attuativi si risolvano le criticità che evidenziano i pazienti sui social.


DdL presentato dal Ministro per la pubblica amministrazione (ZANGRILLO)e dal Ministro per le riforme istituzionalie la semplificazione normativa (ALBERTI CASELLATI)


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DdL Semplificazioni

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