Disease mongering: come farci sentire “malati”

Disease mongering: ecco come il Grande Fratello, quello raccontato da George Orwell in 1984, entra nelle menti delle persone per persuaderli a comprare nuovi medicinali.

Letteralmente il fenomeno si chiama: mercificazione della malattia. Una pratica estrema messa a punto dagli strateghi del marketing ed applicata alla galassia farmaceutica. Diagnosi di disturbi per presente anomalie del comportamento come la timidezza, abbassare i valori di punta del diabete e il gioco è fatto: il numero dei malati aumenta. Addirittura si arriva ad inventare nuove malattie per produrre nuovi farmaci.

Attraverso questo meccanismo le persone vengono persuase che problemi prima accettati come inconveniente o parte della vita, debbano destare preoccupazioni e necessitino di cure mediche. Già tredici anni fa, nel 2002, il Britsh Medical Journal ha pubblicata la Classificazione internazionale delle non malattie: 200 condizioni ritenute a torto come patologiche.

Emblematiche le prime dieci della lista: invecchiamento, lavoro, noia, sacchi lacrimali, ignoranza, calvizie, efelidi, orecchie a sventola, capelli grigi/bianchi, bruttezza. Secondo una ricerca la metà dei prodotti farmaceutici oggi sul mercato è inutile.

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