Documento del Gruppo di esperti MINDS for ONE HEALTH

Informazione corretta su SALUTE e CAMBIAMENTI CLIMATICI

Riportiamo la presa di posizione del gruppo Minds for One Health (M4OH), composto da una sessantina di esperti di diverse discipline accomunate dalle finalità di protezione degli ecosistemi, dell’ambiente in cui viviamo e della salute umana e degli organismi viventi.

“Siamo sconcertati per l’episodio accaduto nella puntata di Cartabianca del 7 giugno 2022 (RAI3), dove un ricercatore dell’autorevolezza di Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, è stato costretto ad abbandonare la trasmissione di fronte al tentativo di far apparire la crisi climatica come un argomento opinabile su cui è giusto schierarsi politicamente e fare spettacolo dando spazio a posizioni disinformate e superficiali, quali quelle espresse dal giornalista Francesco Borgonovo, auto-dichiaratosi, peraltro, “non esperto”.

Siamo parte della comunità scientifica e condividiamo senza dubbi i messaggi accorati di istituzioni scientifiche come l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), l’organismo delle Nazioni Unite che ha il compito di redigere rapporti di valutazione sulle conoscenze scientifiche relative al cambiamento climatico, ai suoi impatti, ai rischi connessi e alle opzioni per la mitigazione e l’adattamento, revisionando e riassumendo il lavoro di decine di migliaia di studi scientifici. O come il Joint Research Centre della Commissione Europea, o il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, per affermare che la crisi climatica è un fenomeno inconfutabilmente in atto, con effetti devastanti già rilevati e documentati, come l’aumento della frequenza degli eventi estremi, degli incendi, delle inondazioni, della fusione dei ghiacciai, della siccità, delle carestie, delle malattie infettive e cronico-degenerative e della mortalità per molte cause.

Il quadro che emerge dai succitati documenti attesta come a nessun livello (locale, italiano, europeo, mondiale) le azioni e le politiche di intervento, mitigazione e adattamento risultino ad oggi minimamente sufficienti a fronteggiare la minaccia di un collasso sistemico globale, in grado di coinvolgere gli equilibri ecosistemici a tutte le scale, aprendo così la porta a un crollo delle infrastrutture sociali, sanitarie ed economiche, con conseguente minaccia per l’esistenza stessa delle società.

Ricordiamo che i cambiamenti climatici hanno contribuito a ridurre del 20% le risorse idriche disponibili sul Pianeta negli ultimi 20 anni e che l’attuale siccità ci mostra quanto questo processo sia in atto e capace di avere un impatto devastante sull’intera ecosfera e sulle nostre società.

Il mondo scientifico ha dimostrato che questa crisi è il risultato delle attività umane che hanno causato cambiamenti senza precedenti su beni e servizi primari prodotti dai sistemi ecologici e dai sistemi agricoli. Questi cambiamenti hanno distrutto la capacità della natura di regolare l’ambiente e garantire la stabilità del clima, e le culture e le società umane dovranno fare fronte a questa perdita. Secondo le stime attuali, oltre il 75% degli ecosistemi naturali è soggetto al degrado e alla perdita delle proprie funzioni, il che mina tutti gli sforzi per preservare il clima e minaccia il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità tra cui l’eradicazione della fame, delle malattie e della povertà.

Riteniamo molto pericoloso fare cattiva informazione su questo argomento, in quanto una banalizzazione del problema ed una falsa percezione dei rischi reali potrebbe portare il pubblico a pensare che sia possibile procrastinare ad libitum il momento dell’adozione di misure, individuali e collettive, necessarie per far fronte efficacemente alla crisi climatica.

È acclarato che l’esposizione al calore estremo aumenta il rischio di morte per malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, respiratorie e tutte le cause. Il “Lancet Countdown 2021″ ha stimato nell’anno 2019 un record a livello globale di 345.000 decessi correlati al calore nelle persone over 65, l’80% in più rispetto alla media del periodo 2000-05. [The 2021 report of the Lancet Countdown on health and climate change: code red for a healthy future, Lancet 2021; 398: 1619–62]

Ricordiamo che esistono soluzioni indicate da agenzie internazionali come l’Agenzia Internazionale per l’Energia o l’Agenzia Europea per l’Ambiente, che consentirebbero di ridurre da subito i consumi energetici e dunque le emissioni climalteranti e nocive per la salute. E’ delle soluzioni che dovrebbe occuparsi l’informazione, invece di sprecare prezioso tempo a mettere ancora in dubbio l’esistenza del riscaldamento globale e la sua origine antropica.

Il fatto che l’energia sia prodotta principalmente con combustibili fossili ha causato il cambiamento climatico e la continua richiesta di nuove fonti di energia è una delle cause dei conflitti. Il cambiamento climatico stesso può agire da catalizzatore e trasformare situazioni di crisi e tensione in guerre. Questo legame tra il cambiamento climatico e la guerra era già stato messo in chiara evidenza dal Comitato Nobel nel 2007, quando aveva assegnato a ‘Intergovernmental Panel on Climate Change’ (IPCC) e ad Al Gore il premio Nobel per la Pace.

Ribadiamo la nostra contrarietà al carbone e al gas, in quanto il loro utilizzo è causa di emissioni che invece di mitigare aggravano il cambiamento climatico e provocano un inaccettabile carico di malattia e mortalità. Il mondo scientifico ritiene che il passaggio alle fonti rinnovabili sia fattibile da subito soprattutto se associato al risparmio di energia.

Ma ridurre le emissioni climalteranti non basta: richiamiamo l’appello di altri scienziati per ribadire che è necessario riconoscere e sostenere il ruolo unico degli ecosistemi naturali nel preservare il clima e un ambiente vitale con adeguamenti della politica climatica internazionale e cambiamenti fondamentali nelle strategie di sviluppo nazionali. Occorre preservare la ricchezza di habitat naturali e di biodiversità come la massima priorità dell’umanità e fermare la loro ulteriore distruzione attraverso l’adozione di una moratoria globale su qualsiasi ulteriore sviluppo di territori ancora non toccati dalle attività umane, con meccanismi di sostegno internazionale, compresi i finanziamenti.

Ci appelliamo alla classe politica affinché non si renda responsabile di un disastro annunciato e del quale potrebbe essere chiamata a rispondere, e a tutti i giornalisti coscienziosi e i cittadini affinché si facciano parte di questo cambiamento.

Non ci sembra di aver visto sui media gli interventi (marzo e aprile 2022) del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres alla conferenza stampa di presentazione del rapporto AR6 dell’IPCC, quindi ne proponiamo la lettura di alcuni estratti.

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– Ho visto molti rapporti scientifici, ma niente di simile a questo. Il rapporto odierno dell’IPCC rappresenta l’accusa infamante del fallimento della gestione climatica.

– E’ il catalogo delle vuote e vergognose promesse che ci stanno conducendo dritti dritti verso un mondo invivibile.

– La Scienza ci dice che il mondo deve tagliare le emissioni del 45% entro il 2030 e raggiungere lo zero netto di emissioni di gas serra per il 2050. Ma secondo gli impegni correnti, le emissioni globali cresceranno di quasi il 14% solo nel decennio corrente. Questo significa catastrofe.

– Non si può sbandierare di essere “green” mentre i propri piani e i propri progetti contravvengono all’obiettivo dello zero netto e ignorano completamente i tagli alle emissioni che devono essere fatti in questo decennio.

– L’impegno di Glasgow sui finanziamenti per l’adattamento non è sufficiente a far fronte alle sfide davanti a cui si trovano le nazioni sul fronte della crisi climatica.

– So che dappertutto la gente è preda dell’ansia e della rabbia. Lo sono anch’io. Ora è il momento di convertire la rabbia in azione. Ogni frazione di grado è importante. Ogni voce può fare la differenza, e ogni secondo conta.”

Il documento è sottoscritto dal Gruppo interdisciplinare di esperti su Ambiente e Salute Minds for One-Health:

Questo documento non esprime necessariamente la posizione delle istituzioni di provenienza degli autori.

Fonte: Ambiente e non solo


N.d.R. – Riportare, al di la’ delle opinioni personali, che pure non vogliamo nascondere, un documento proveniente da un panel di esperti studiosi su un tema di grande impatto sulla salute pubblica, non ha solo una valenza scientifica, civica e sociale ma ci richiama ad una questione estremamente attuale di comunicazione scientifica.  I media troppo spesso propongono situazioni nelle quali si confrontano sullo stesso piano le opinioni dello scienziato e dell’uomo di strada (per semplificare appunto).

Su temi così complessi i rischi, a livello di opinione pubblica, sono enormi. Li abbiamo toccati con mano in epoca di Covid, ma il vizio si perpetua a tutto vantaggio degli ascolti, dei click e dei like.

Un campanello di allarme che continua a suonare….

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