Editoriale. Privacy e libertà

Di rilevante interesse la relazione del Garante Privacy Presidente Antonello Soro.

Tra le molte cose esprime:” …È il “pianeta connesso” nuova dimensione delle nostre esistenze, che raccoglie non solo le tracce lasciate dal web, ma anche dai geolocalizzatori, dai dispositivi intelligenti, che elaborano, in tempo reale, perfino dati emotivi e dinamici.

In questa rete pervasiva di oggetti, che interagiscono e comunicano costantemente, l’uomo rischia davvero di ridursi ad un supporto: da analizzare ed osservare nei comportamenti, da profilare per condizionarne le scelte, da sorvegliare per realizzare un controllo sempre più invasivo, che di fatto si estende alle nostre abitazioni, alla nostra fisicità.”

Ed il Presidente continua…” Tutto ruota intorno ad una raccolta onnivora di dati.

Ma nella società digitale noi siamo i nostri dati e la vulnerabilità dei dati è vulnerabilità delle nostre persone: da questa considerazione si deve partire per ricercare nuove e più efficaci forme di tutela delle nostre libertà”

La nostra Federazione ha, sicuramente, anticipato i tempi: il problema non è la geolocalizzazione, il problema è la violazione delle libertà personali.

Nessuna modernità può inficiare questo caposaldo sacro e assoluto nella vita dell’uomo: perché è scritto nel DNA degli esseri viventi, a tutte le latitudini, comunque possa essere rappresentato.

Chi prova a forzare questo DNA viene escluso dalla storia e materializza l’ombra del tiranno.

Milioni di persone, nella storia evolutiva dell’uomo hanno sacrificato la propria vita, in un atto d’amore verso “l’idea”, ed hanno consentito, a noi tutti, di poter respirare senza polmoni artificiali: al fine di potere gridare la nostra incontenibile gioia per l’essere liberi.

Noi, oggi, ripaghiamo questi sacrifici eroici con i pedinamenti…con il dettaglio minuto per minuto della nostra vita lavorativa ed abbiamo reso inutile il morire di tanti giovani, che – certamente- hanno avuto più coraggio di noi.

Attenzione…non ci sarà nessun Dio stipendio, nessun Dio lavoro, che possa fermare l’anelito vitale, lo slancio naturale verso quel mondo libero, comunque evidenziato, che -se compresso- diventerà nel tempo esplosivo e devastante.

A tutti voi, colleghi, pure con la responsabilità che ci è propria e congeniale, chiediamo di vigilare affinché vengano smascherate forme di schiavitù, compatibili con un ritorno al passato.

Chiedo agli imprenditori di ricordare che il nostro è un rapporto di lavoro basato sulla fiducia.

Chiedo ai sindacati di ricordare che gli ISF non hanno un orario giornaliero di lavoro, per cui le certificazioni minuto per minuto sono da ritenersi a nostro giudizio illegittime ed a rischio di violazione delle libertà personali e private.

Sono certo che CGIL CISL e UIL abbiano fatto il massimo per i diritti di tutti: magari ditelo anche a noi perché nessuno se ne è accorto.

Ancora il Presidente Soro: ” ….oltre al diritto alla rete, dobbiamo garantire, in rete, i diritti di tutti….”

A significare, che nessuna modernità, nessuna esigenza commerciale o produttiva possa oscurare ambiti, che rientrino nei concetti di libertà personali.

Se ne deduce, che gli strumenti elettronici invasivi devono essere vietati.

Presidente Soro, il Suo è stato un intervento illuminante.

 

Cav.Uff. Fabio Carinci

Presidente Nazionale FEDAIISF

 

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