Settimo Milanese, 2 dicembre 2011 – Un anno fa la scoperta di un farmaco nei laboratori di via Forlanini aveva riempito le pagine delle le riviste scientifiche internazionali. Nei giorni scorsi l’amara scoperta: il colosso farmaceutico Sigma Tau ha deciso la messa in liquidazione della Prassis, prestigioso centro di ricerche di Settimo Milanese dove lavorano 30 ricercatori.
Non è stata l’azienda a dare la notizia, sono stati i camici bianchi tramite una visura camerale. Ieri la prima manifestazione di protesta, hanno incrociato le braccia dalle 10 alle 12, fatto un presidio davanti al Municipio e distribuito volantini per sensibilizzare l’opinione pubblica. «Dopo 22 anni di ricerca d’avanguardia nel campo dell’ipertensione e dello scompenso cardiaco adesso vogliono mandarci a casa – spiega Paolo Tarsini, delegato sindacale della Uilcem Uil – vogliono chiudere un centro che dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello di un’azienda farmaceutica che investe in ricerca e sviluppo».
Armati di striscioni e megafono i ricercatori hanno sfilato per il centro mentre una delegazione sindacale ha incontrato il sindaco, Massimo Sacchi, «è necessario sensibilizzare anche le istituzione e la convocazione di un tavolo con la Regione e la Provincia di Milano, con la chiusura del nostro centro ricerche il Paese perde una realtà all’avanguardia», spiega Rosella Micheletti della Failc Confail.
Arrabbiati, ma non rassegnati i ricercatori hanno messo nero su bianco i numeri del loro lavoro: 130 pubblicazioni scientifiche, oltre 50 brevetti depositati, 22 anni di ricerca che ha portato alla sintesi di 1.500 molecole originali, due molecole originali potenziali farmaci in fase di studio. Per molti la messa in liquidazione è la fase finale di un progetto di ristrutturazione iniziato tre anni fa con il trasferimento a Pomezia di 15 chimici, «a luglio, dopo la morte del fondatore della Sigma Tau, Claudio Cavazza, è arrivato un nuovo amministratore delegato, poi c’è stato il licenziamento di 13 dirigenti, non avremmo mai immaginato questo finale anche perché le relazioni sindacali sono sempre state buone – spiega Paolo Barassi della Femca Cisl – e pensare che nelle scorse settimane si parlava di quotarsi in Borsa».
Un’altra "big" del settore farmaceutico che rischia di scomparire con la chiusura di Settimo e la cassa integrazione per 569 addetti dello stabilimento romano. «A livello nazionale abbiamo già chiesto un incontro con il nuovo ministro, ma intanto servono soluzioni e prospettive per i 30 ricercatori milanesi e le loro famiglie», spiega Eustachio Rosa, segretario della Femca Cisl di Milano.
di Roberta Rampini