Drugs: direct distribution, the ceiling broke in 2017

Il tetto per la spesa farmaceutica nel 2017 è stato sfondato ancora: di oltre un miliardo e mezzo di euro, nella distribuzione diretta. Il dato arriva dai calcoli di Iqvia. Se nel 2016 Asl e ospedali avevano speso 8,7 miliardi dai produttori a fronte di un finanziamento previsto di 7,7 miliardi, generando la necessità di rivedere i tetti di spesa della distribuzione diretta e convenzionata in percentuale, nel 2017 sul fronte distribuzione diretta si sono spesi 9,4 miliardi e si è generato un disavanzo di circa 1,74 miliardi di euro. Ricordiamo che per riuscire a contenere la spesa generata dagli acquisti “pubblici” – ormai effettuati in molte regioni direttamente da centrali di acquisto – la Finanziaria 2017 aveva alzato il tetto di incidenza percentuale della distribuzione diretta sulla spesa sanitaria totale dal 3,5 al 6,89% e aveva abbassato quello della distribuzione nelle farmacie territoriali dall’11,35 al 7,96%.

In realtà il riequilibrio ha funzionato sulla sola spesa convenzionata che è in attivo di 372 milioni, sempre secondo i dati Iqvia. Peccato però che l’avanzo della convenzionata non possa in alcun modo, stando ai termini di legge, compensare lo sforamento della spesa in distribuzione diretta, come pure avevano chiesto di inserire nero su bianco nella legge di stabilità Farmindustria ed Assogenerici alla vigilia dell’approvazione della Finanziaria 2018. L’industria sarà chiamata ancora una volta a ripianare metà del disavanzo, circa 870 milioni. Intanto, però, tra governo e industrie farmaceutiche non è tutto rose e fiori nemmeno sul pay back degli anni precedenti: dopo i contenziosi vinti dai produttori ai Tribunali amministrativi per gli anni 2013-15 su una cifra pari a 1,5 miliardi complessivi, che hanno portato a uno sconto del 20% sul 2013  del 10 per il 14 e il 15, (di fatto grazie ai risparmi ottenuti dal Ssn sulle vendite nelle farmacie territoriali nel triennio) lo Stato ha concesso di chiudere la partita nei termini “promessi” alle sole industrie che ripianassero il disavanzo 2016 già a febbraio. Intanto però nei calcoli dei produttori sarebbero rimaste distanze rispetto alle cifre chieste dalla parte pubblica e dall’altra parte alle casse erariali risulterebbero non incassati quasi 800 milioni di euro.

Sempre alla vigilia del voto sulla legge di bilancio 2018, Assogenerici aveva chiesto poi un analogo meccanismo di compensazione tra i due Fondi per i farmaci oncologici e innovativi, «così che tutte le risorse stanziate possano essere realmente utilizzate per garantire l’accesso alle cure ai pazienti». Anche tale richiesta è caduta per il momento nel vuoto. In questo caso però, secondo i dati Iqvia i due fondi, da 500 milioni l’uno, non sembrano dare preoccupazioni. Nel dettaglio, il fondo per gli innovativi non oncologici è stato speso quasi tutto e destinato in grandissima parte all’acquisto dei nuovi farmaci anti-epatite C, mentre per i farmaci oncologici la spesa 2017 è cresciuta da 210 milioni del 2016 a 391 del 2017, in pratica è quasi raddoppiata, ma resta sotto controllo.

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