The growth of Italy and the case of the pharmaceutical industry

In Italia la crescita sta accelerando. Lo dicono i dati Istat in una preliminare stima del secondo trimestre 2017.

Il Prodotto Interno Lordo cresce dell’1,5% rispetto all’anno precedente ed è ai massimi da sei anni a questa parte.

L’incremento quindi conferma sia la fiducia già espressa a luglio dal Fondo Monetario Internazionale che aveva parlato di crescita italiana più forte del previsto, che le rilevazioni della Banca d’Italia che avevano parlato di rafforzamento della ripresa.

I dati Istat

La crescita tendenziale, registrata anno su anno, segna nel 2017 il massimo incremento dal 2011. Se nei prossimi due trimestri si dovesse registrare una crescita nulla, il tasso annuale sarebbe comunque dell’1,2%, ben oltre l’1,1% stimato per l’anno in corso dal Documento di Economia e Finanza.

Se invece, come stimano all’Istat, la crescita dovesse continuare il suo trend positivo, alla fine del 2017 si potrebbe raggiungere l’1,5%. In ogni caso i numeri stanno dicendo che la ripresa in Italia è più forte delle previsioni del governo.

Il confronto con la zona euro

Confrontando i dati italiani con quelli degli altri paesi europei però, ci si accorge che questi ultimi sono leggermente migliori: nell’Eurozona infatti il pil sale dello 0,6% e del 2,2% su base annuale.

In Francia il Pil è aumentato dello 0,5%, mentre nel Regno Unito dello 0,3%.

Questo significa che, nonostante la conferma della ripresa economica del nostro Paese, il gap tra l’Italia e gli altri Paesi europei potrebbe aumentare.

Il fenomeno dell’Industria farmaceutica

In Italia c’è un settore che è riuscito a superare in maniera egregia la crisi degli ultimi anni ed è quello farmaceutico.

Nel 2016 il settore ha fatturato circa 30 miliardi mentre nel 2015 il commercio di prodotti farmaceutici è aumentato in volume nove volte il valore del 1995.

Stecondo lo studio svolto dal Centro Studi per la competitività le regole e i mercati (Cerm), l’Italia ricopre a livello europeo il secondo posto dopo la Germania per fatturato, esportando circa il 73% della sua produzione.

According to report del Cerm, nel mondo sono al momento in fase di ricerca e sviluppo più di 7mila medicinali grazie all’impegno di ricercatori e di istituti di ricerca localizzati in Italia.

Solo nel 2015 sono stati spesi in farmaceutica e biotech circa 1,5 miliardi di euro di cui il 90% provenienti dal privato.

Il caso GSK

Lo studio del Cerm ha quindi sottolineato il caso del gruppo multinazionale GlaxoSmithKline (GSK) che con le consociate italiane fattura circa 1,8 miliardi di euro e genera quasi un miliardo di valore aggiunto.

Secondo il report «Gsk ha costituito una vera e propria filiera del farmaco, in grado di servire circa 120 destinazioni estere. Le attività italiane del gruppo rappresentano poi un interessante caso di studio per la capacità di stabilire collaborazioni di ricerca in grado di valorizzare e sostenere centri di ricerca e nuclei di competenze eccellenti all’interno del sistema della ricerca non industriale. Basti pensare alle collaborazioni che, a partire dal 2010, sono state avviate con Telethon e Fondazione San Raffaele per lo sviluppo di terapie per sette diverse malattie genetiche».

29 agosto 2017 – tusinatinitaly.it

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