Healthcare is in pieces, in Italy we die earlier

Osservasalute 2015: per la prima volta nella storia, l’aspettativa di vita degli italiani è in calo. Colpa della prevenzione mancata, dei tagli e della riduzione del personale. Cozza (Fp Cgil Medici): “Ora serva una politica sanitaria forte”

Rassegna.it – 27 aprile 2016

Non era mai successo prima in Italia: l’aspettativa di vita dei cittadini è in calo. I motivi vanno ricercati sopratutto nella mancanza di prevenzione e, secondo la Fp Cgil Medici, nei tagli effettuati e nella pessima gestione del sistema sanitario nel nostro paese.

The data contained in the Osservasalute Report di quest’anno, insomma, appaiono preoccupanti, e raccontano di un paese in cui la crisi si paga cara, anche con la salute. Nel 2015 la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne, spiega Walter Ricciardi, direttore dell’osservatorio sulla Salute delle Regioni, che stila ogni anno il rapporto. Nel 2014, invece, la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne. L’andamento ha riguardato tutte le regioni.

“Anche quest’anno – scrivono i responsabili dell’Osservatorio che ha sede presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – le analisi segnalano numerosi elementi di criticità, in quanto confermano il trend in diminuzione delle risorse pubbliche a disposizione per la sanità, l’aumento dell’incidenza di alcune patologie tumorali prevenibili, le esigue risorse destinate alla prevenzione e le persistenti iniquità che assillano il Paese e il settore della sanità”.

It's not a casuality, because public health expenditure went from 112.5 billion euros in 2010 to 110.5 in 2014. This drop coincided with a slow but steady reduction in regional deficits. But it was largely determined by the blockage or reduction of health personnel and the containment of health care consumption. In 2014, the number of beds in hospitals was in fact equal to 3.04 per 1,000 inhabitants for the acute component and 0.58 per 1,000 for the post-acute, long-term and rehabilitation component, all values lower than the regulatory standards. At the same time, personnel expenditure in relation to the population decreased by 4.4% between 2010-2013, going from a value of €606.9 to €580.1.

THEIn short, the cuts weigh on citizens' health. Gli analisti che hanno compilato il rapporto lo dicono chiaro e tondo: “Rispetto alle condizioni di salute della popolazione, nel 2014 sono stati diagnosticati 115,8 nuovi casi di tumore colorettale ogni 100.000 uomini, ovvero circa 34.500 nuovi casi, per l’altro genere tale incidenza è pari a 80,3 per 100.000 donne, corrispondente a oltre 25.000 nuovi casi. Il tumore della mammella ha fatto registrare oltre 55.000 nuove diagnosi, ovvero 175,7 nuovi casi annui ogni 100.000 donne. A fronte di questi dati allarmanti, l’investimento in prevenzione nel nostro Paese è ancora molto scarso. L’Oecd (2013) evidenzia che il nostro Paese destina solo il 4,1% della spesa sanitaria totale all’attività di prevenzione, quota che ci colloca in posizione di rincalzo tra i 30 Paesi dell’area Oecd”.

Data confirmed by Censis, according to which health care is denied to 9 million Italian citizens. And, also for this reason, our country ranks last in the world for prevention. Health care cuts have also had a big impact on this situation.

“Storicamente il nostro paese ha investito poco in questo settore – afferma  Massimo Cozza, national secretary of the CGIL Medici Public Function in un’intervista al quotidiano “Il Manifesto” -. E oggi si riducono i posti letto ospedalieri. Abbiamo circa la metà dei posti della Francia. Finanziando più posti, si potrebbe aumentare la prevenzione. “Ma è una sanità a pezzi, anche  perché ci sono ventuno sanità regionali e si viene curati meglio a seconda della città in cui si vive – conclude Cozza-.  C’è bisogno di riprendere una politica sanitaria forte e uniforme sul territorio nazionale.  È l’unico rimedio per contrastare il fenomeno della migrazione sanitaria da Sud al Nord”.

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