L’AQUILA – Niente tagli, almeno per ora, nelle fila della Dompè dopo la minaccia del decreto Balduzzi che obbliga i medici a prescrivere ai propri pazienti non più un farmaco specifico ma unicamente il principio attivo.
Ad assicurarlo Nathalie Dompè, figlia dell’industriale farmaceutico, responsabile della Corporate social responsibility del gruppo, a margine di una conferenza stampa, anche se per la giovane imprenditrice è ancora troppo presto per fare bilanci.
La Dompè è consapevole che "l’industria farmaceutica sicuramente ne risentirà. Noi – aggiunge – siamo posizionati in maniera diversa perché oggi siamo investendo nelle biotecnologie, stiamo investendo sul nostro futuro e stiamo investendo all’Aquila".
In questo senso la giovane industriale ha aggiunto che il gruppo spera "di intraprendere un cammino positivo e propositivo sia sul territorio sia chiaramente interno. In questo momento – sostiene – abbiamo una posizione di osservatori, sia per i pro sia per i contro: abbiamo ristrutturato, ci siamo evoluti, quindi andiamo su un percorso diverso”.
Il decreto Balduzzi chiaramente colpisce tutte le aziende italiane: “Ci mette in competizione con grandi aziende di livello mondiale, dalla Cina alla Corea, che sono molto più competitive come genericiste – ricorda Nathalie Dompè – Ma è anche uno stimolo per andare incontro all’innovazione perché è chiaro che se uno non può più poggiarsi sui benefici dei farmaci noti, è un obbligo muoversi con farmaci nuovi e in direzione diversa”.
A ogni cambiamento si risponde con nuovi stimoli e l’azienda guarda al futuro grazie a forti investimenti.
“A oggi concentriamo tutti i nostri sforzi sulla ricerca, quest’anno abbiamo investito il 10 per cento del fatturato in ricerca e l’anno prossimo puntiamo al 20 per cento. Sono numero molti importanti per un’azienda che guarda in faccia la crisi e dice andiamo avanti", assicura.
"Non abbiamo fatto la scelta che hanno fatto altre case farmaceutiche di dar vita a una linea di farmaci generici, abbiamo avuto una strategia di prezzi molto bassi sui farmaci più famosi e gli italiani sembrano per ora apprezzare il marchio che già conoscono – conclude – Mi auguro che si possa ampli