One in 5 doctors follows patients who have bought a generic anti-HCV

Gardini, fenomeno dilagante frutto delle attuali limitazioni di accesso a cure innovative. Il 79% dei medici si dice favorevole alla totale eliminazione delle restrizioni di accesso, auspicando l’estensione del trattamento a tutti i pazienti.

Pubblicato il: 05/07/2016 – adnkronos

Chi è affetto da epatite C ma non rientra nei criteri attualmente vigenti in Italia per l’accesso gratuito alle nuove cure spesso ricorre a ‘stratagemmi’ come l’acquisto di farmaci generici a basso costo all’estero, in primis in India. Ed ecco che l’84% dei medici coinvolti in un sondaggio da Alleanza contro l’epatite, confida di essersi dovuto confrontare con pazienti attualmente esclusi dalla terapie alla ricerca del prodotto equivalente; il 40% ha tra i suoi pazienti chi lo ha acquistato e 1 medico su 5 afferma di seguire almeno un paziente in cura con generici.

“Abbiamo per la prima volta una chiara conferma rispetto a un fenomeno inedito, dilagante, sottostimato e frutto delle attuali limitazioni di accesso”, commenta all’Adnkronos Salute Ivan Gardini, presidente dell’Associazione EpaC Onlus, che ormai da molti mesi denuncia i rischi legati all’acquisto di questi prodotti in Paesi esteri, senza controlli e senza la sicurezza che siano sicuri. Secondo l’EpaC occorre “rimuovere ogni limitazione di accesso oggi in vigore affinché i medici curanti possano programmare le terapie con tutti i loro pazienti, e non solo quelli con malattia grave o gravissima”.

EpaC ha quindi avviato un’indagine rivolta ai medici dei centri autorizzati per scattare una fotografia sullo stato dell’arte in merito all’accesso ai nuovi farmaci innovativi per l’epatite C. Il sondaggio è stato lanciato il 15 giugno ed è tuttora aperto. Hanno risposto sinora 70 clinici autorizzati alla prescrizione, per un complessivo 25% delle strutture nazionali (21-31%), con un bacino di pazienti interessati dall’analisi di circa 41.000 individui.

Il risultato del sondaggio appare chiaro: il 63% dei medici prevede di riuscire a mettere in terapia tutti i pazienti che rientrano nei criteri Aifa entro fine anno e, sulla scorta di ciò, il 79% dei medici si dice favorevole alla totale eliminazione delle restrizioni di accesso, auspicando l’estensione del trattamento a tutti i pazienti, istituendo delle linee guida nazionali di priorità.

According to the associations, the information gathered therefore leads to only one conclusion: as early as the next few months, many authorized centers risk being left with very few patients to treat and therefore it is urgently necessary to intervene on the access criteria, remodulating the system according to emerging needs.

“Non lo chiedono solo i pazienti, ma ora anche i medici e il sistema è pronto al cambiamento”, dice Gardini. E secondo Antonio Gasbarrini, professore di Gastroenterologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, “con l’utilizzo degli antivirali di seconda generazione contro il virus C aumentano ulteriormente le nostre possibilità di eradicare il virus, offrendoci la possibilità di personalizzare le terapie in base alle caratteristiche del paziente, e allo stesso tempo si ridurranno col tempo gli elevatissimi costi della malattia. Ma non smetterò mai di insistere sull’importanza della prevenzione, con campagne educative per i più giovani in modo da individuare fin da subito, i soggetti a rischio di avere contratto il virus”.

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