La Federazione delle associazioni italiane degli Informatori scientifici del farmaco, Fedaiisf, accoglie con favore la proposta di istituire un ordine presentata dal parlamentare Cannizzaro
Redazione Farmacista 33 – 14 aprile 2025
«L’informazione scientifica è importante, è parte del nostro Servizio Sanitario, tanto che è stata creata dalla stessa legge istitutiva del SSN. Il riconoscimento dell’albo è necessario per garantire al nostro interlocutore,
La Regione Emilia Romagna si è attrezzata da tempo con l’istituzione di un registro degli Isf, come ricorda il direttore distretto Appennino bolognese Ausl Valentina Solfrini: «Non è solo la creazione del registro, a cui abbiamo lavorato dal 2019, ma le ragioni che stanno dietro. La parte relativa agli informatori scientifici sui farmaci e sui dispositivi è un ambito che rientra fra le attività che devono orientare verso appropriatezza e qualità, e ritengo che ci debba essere un Ordine per questa professione».
Dello stesso avviso il delegato FNOMCeO Luigi Bagnoli: «L’Ordine non rappresenta l’interesse del singolo ma quello della popolazione e della professione in rapporto alla popolazione. L’Ordine vincola, volente o nolente, a un codice etico e a una deontologia, anche se si è dipendenti di un’azienda. E questo per gli Isf vuol dire libertà e obbligo di mantenere l’indipendenza».
Gemmato: Isf, professione di grande prospettiva
Intervenendo al convegno della Federazione il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato pone l’accento
«È mia intenzione superare la Legge 405/2001», sottolinea infatti Gemmato, «sulla distribuzione diretta e tornare allo schema classico secondo cui il farmaco viene prescritto dal medico di base, anche grazie al supporto degli informatori scientifici, e poi erogato nelle farmacie di comunità che rendono il farmaco sempre accessibile ai pazienti: in qualunque giorno, orario e località, anche piccola. Questo modello, che io chiamo “win win”, fa vincere il cittadino, che non deve fare il sacrificio di andare a prendere il farmaco nelle farmacie ospedaliere, con il rischio di far saltare l’aderenza terapeutica, non svilisce la professione del medico e del farmacista e recupera anche la figura degli Isf».
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