FARMINDUSTRIA ALL’ANTITRUST: PIU’ TRASPARENZA SUI MAXISCONTI

Anche Farmindustria ha chiesto all’Antitrust di fare chiarezza sugli extrasconti fino all’80% per i farmaci generici praticati alle farmacie.

La segnalazione all’Authority è del 14 aprile scorso e ha anticipato di qualche settimana il duro affondo sugli acquisti iperscontati dei medicinali off patent fatta dal coordinatore degli assessori regionali alla sanità, il toscano Enrico Rossi. Per il Garante della concorrenza e del mercato, insomma, il "fascicolo generici" diventa sempre più consistente. Tanto più che il dossier sui farmaci rappresenta uno dei capitoli sui quali l’Authority guidata da Antonio Catricalà batte da lungo tempo. Con un occhio particolare proprio al mercato che va al ralenty dei generici.
Il ricorso agli sconti sui generici (o «equivalenti»), afferma Farmindustria, presenta dubbi di illegittimità e determina condizioni di «ingiusto vantaggio» per le industrie che li praticano. Senza trasformarsi in vantaggio né per i cittadini, né per il Ssn pagatore. Una situazione anticoncorrenza, dunque, è il senso della segnalazione fatta a Catricalà dalle industrie farmaceutiche, che evidentemente è rivolta non solo alla discrezionalità che per legge viene lasciata ai farmacisti (i quali potrebbero proporre ai clienti i generici acquistati a prezzo di saldo), ma in primo luogo alle stesse imprese produttrici di farmaci off patent: gli sconti nascono lì.
Una vicenda solo apparentemente complicata quella dei generici, che ha guadagnato l’onore delle cronache due settimane fa col doppio esposto (alla Procura di Firenze e all’Antitrust) dell’assessore toscano Enrico Rossi. Che in una lettera ai ministri dell’Economia e del Welfare, Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi, ha calcolato per lo Stato un mancato risparmio di circa 1 miliardo l’anno. Il Ssn, in sostanza, rimborserebbe a un prezzo d’etichetta che in più casi è di gran lunga superiore a quello d’acquisto per i distributori che hanno ottenuto i supersconti.
L’affondo di Rossi e di Farmindustria nasce da segnalazioni arrivate nel febbraio scorso al tavolo della farmaceutica con Governo e Regioni e condivise con gli stessi farmacisti, che avevano ammesso l’esistenza di «forniture particolarmente favorevoli» da parte di alcune industrie farmaceutiche, dicendosi anche disponibili a trovare norme di legge per non alterare il mercato. Ma senza toccare la possibilità per i farmacisti di sostituire un farmaco prescritto con uno equivalente, secondo le «liste di trasparenza» Aifa. La palla adesso è all’Antitrust (ma anche al Governo), al quale intanto è arrivato un rapporto dei genericisti: cosa e chi frena, si domanda, la crescita del mercato dei generici? Tutti contro tutti, appunto.  Roberto Turno Il Sole 24 Ore del 04/06/2008  ECONOMIA E IMPRESE  p. 21  

 

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