Firenze, l’ASL Toscana Centro ai medici sui farmaci: prescrivete i biosimilari a minor costo

Circolare dei dirigenti per «ridurre le spese». I malati protestano: «Non vogliamo cambiare»

di Giulio Gori – CORRIERE FIORENTINO /CRONACA – 16/11/2017

Una tirata di cinghia per risparmiare sulle spese dei farmaci. Sul fronte delle medicine biologiche, l’Asl Toscana Centro decide di andare verso un’imposizione generalizzata di sostituti a basso costo nei suoi ospedali. Tuttavia i biosimilari, così chiamati perché quasi identici all’originale, destano la protesta di numerose associazioni di malati. Che non vogliono cambiare le medicine che funzionano. E che ora sono sul piede di guerra. Il 6 novembre, il direttore generale dell’Asl Toscana Centro, Paolo Morello — prendendo spunto dalla circolare 960 che la Regione ha emesso a settembre sulla «sostituibilità» dei farmaci —, invia una circolare a tutti i direttori di dipartimento, ai direttori sanitari degli ospedali e alle farmacie ospedaliere, per disporre il cambio di pillola: «La disponibilità di farmaci biosimilari può offrire importanti opportunità per il sistema sanitario nazionale in termini di riduzione della spesa farmaceutica», scrive. Morello elenca i casi in cui è «opportuno prescrivere il farmaco biologico/biosimilare a minor costo»: ai pazienti «naive», ovvero quelli che entrano per la prima volta in terapia; ma anche a quelli che sono già in cura con la vecchia medicina. Per loro il dg consiglia lo «switch» (il cambio) con la nuova pillola. Al medico, scrive Morello, «spetta sempre la decisione finale».
E chi non lo fa deve giustificarlo

Ma se questi dovesse ritenere di continuare a prescrivere il farmaco originatore, deve «predisporre esaustiva relazione che indichi le documentate ragioni cliniche (…). E le suddette relazioni dovranno essere inviate al Dipartimento di riferimento; ogni relazione sarà poi valutata da una commissione». «L’Asl Toscana Centro sta facendo switch tra il farmaco originatore o il biosimilare a scapito della salute pazienti, ma anche della libertà di scelta del medico. Noi siamo preoccupati. E la verità è che Aifa (l’agenzia del farmaco, ndr) non è mai stata in grado di affermare che un farmaco è davvero uguale all’altro», dice l’avvocato Paola Grossi, presidente toscana dell’associazione malati reumatici.

I malati non ci stanno

Recentemente, undici realtà, tra associazioni di malati (malattie reumatiche, rare, dermatologiche, gastrointestinali) e società mediche (reumatologia, gastroenterologia, endoscopia, dermatologia), avevano diffuso un documento intitolato «La Regione nega ai pazienti le cure migliori»: «700 mila malati cronici toscani sono sul piede di guerra contro la Regione che nega loro per decreto le migliori terapie», recitava, prendendo di mira la delibera regionale sulla «sostuibilità» dei farmaci. Polemico anche il consigliere regionale di Forza Italia Stefano Mugnai: «La riforma sanitaria toscana ha tagliato personale e posti letto negli ospedali e malgrado questo fatica a chiudere i bilanci di fine anno — spiega — La Regione annaspa e rischia di pagare il costo politico di un mancato pareggio finanziario. Ora si sta tagliando di tutto. Nel caso dei farmaci biosimilari, se si può risparmiare bene, ma non si può imporre a un medico quale medicina prescrivere». «I nostri conti sono sotto controllo, mi chiedo in base a quali elementi si possa affermare il contrario — ribatte l’assessore regionale alla Salute, Stefania Saccardi — Quando all’adozione dei farmaci biosimilari, suggerirei a Mugnai di guardare cosa hanno deciso in merito Regioni amministrate dal centrodestra come la Lombardia o il Veneto: esattamente le stesse decisioni prese dalla Toscana».


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