Grecia. Novartis, atti di presunta corruzione politica inviati al Parlamento

Il Parlamento greco dovrà occuparsi delle accuse di corruzione nei confronti di politici locali in relazione a presunti favori concessi alla multinazionale basilese.

tio9.ch – 06/02/2018

ATENE – Nei prossimi mesi, il Parlamento greco dovrà occuparsi delle accuse di corruzione nei confronti di diversi politici locali in relazione a presunti favori concessi alla multinazionale basilese Novartis che avrebbe potuto continuare a vendere i suoi prodotti nel Paese mediterraneo a prezzi maggiorati.

«La giustizia consegnerà oggi gli atti», ha dichiarato il ministro della giustizia greco, Stavros Kontonis, alla televisione statale. Secondo le sue stesse parole saremmo di fronte al maggior scandalo dalla fondazione della Grecia moderna.

«Si tratta invece solo di diffamazione», ha replicato dal canto suo l’ex capo del governo ellenico, Antonis Samaras, il cui nome si trova sulla lista di quei politici sospettati di essere invischiati nello scandalo.

Novartis avrebbe corrotto Samaras e altri nove politici greci, così come migliaia di medici, per innalzare il prezzo dei suoi medicinali e per ottenere vie preferenziali per una rapida autorizzazione dei suoi prodotti al fine di dominare il mercato locale.

Dopo mesi di inchiesta, la giustizia greca deve consegnare gli atti al parlamento, dal momento che i politici coinvolti godono dell’immunità. La Camera dovrà quindi decidere, e ci vorranno diversi mesi, se gli inquirenti possono continuare ad indagare. La filiale della multinazionale ha spiegato che intende cooperare con la giustizia ellenica.

Il gigante farmaceutico basilese è oggetto di un’inchiesta ad Atene dal 2016. Lo scorso aprile, il ministro greco della giustizia sosteneva che Novartis aveva probabilmente corrotto “migliaia” di medici e funzionari per promuovere i suoi prodotti in Grecia.

Numerose persone sono state interrogate nell’ambito dell’inchiesta. I magistrati anti corruzione hanno perquisito all’inizio del 2017 i locali di Novartis, situati vicino ad Atene. Uno dei responsabili del gruppo in Grecia, che era stato interrogato nell’ambito dell’indagine, aveva tentato il suicidio il giorno di Capodanno del 2016.

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