Grecia. Scandalo tangenti Novartis, istituita commissione parlamentare

Scandalo tangenti Novartis, chiesta una commissione

Gli interessati parlano di una vergognosa cospirazione nei loro confronti

tio.ch – 22/02/2018

ATENE – Dopo un lungo e molto acceso dibattito il parlamento greco ha deciso nelle prime ore di stamane di costituire un commissione d’inchiesta per far luce sulla vicenda delle tangenti che sarebbero state pagate nel corso di un decennio dal colosso farmaceutico elvetico Novartis a numerosi politici di primo piano. Gli interessati parlano di una vergognosa cospirazione nei loro confronti.

«C’è qualcuno che dubita delle pratiche opache di questa società?», ha chiesto in aula il primo ministro Alexis Tsipras riferendosi al gruppo renano. A suo avviso Novartis ha remunerato illegalmente migliaia di medici affinché prescrivessero i suoi preparati, ha contribuito a manipolare il prezzo dei suoi prodotti e ha riciclato denaro attraverso dubbi congressi medici. «Sarà fatta giustizia», ha promesso il leader di Syriza, la coalizione della sinistra radicale.

Una grande maggioranza dei deputati si è espressa in favore della commissione, chiesta dagli stessi politici sotto accusa, che puntano a veder riabilitato il loro ruolo e il loro nome.

Testimoni protetti dalla giustizia – nel dossier sono attivi inquirenti greci e americani – accusano Novartis di aver corrotto dieci personalità politiche di spicco, provocando uno sperpero di fondi pubblici. Fra 2006 e il 2015 la società avrebbe pagato tangenti (si è avanzata la cifra di 50 milioni di euro) per far aumentare i prezzi dei propri farmaci sul mercato ellenico e per farli acquistare dal servizio sanitario nazionale per gli ospedali pubblici.

Nel mirino figurano fra l’altro gli ex premier Antonis Samaras e Panagiotis Pikrammenos, il commissario europeo agli affari interni Dimitris Avrampoulos (ex ministro della sanità) e l’attuale governatore della Banca di Grecia Yannis Stournaras. A loro si aggiungono altri sei ministri o viceministri.

In parlamento Tsipras ha sostenuto che quanto successo è costato alla Grecia 3 miliardi di euro e ha promesso che farà tutto il possibile affinché i responsabili – esponenti dei governi conservatori e socialisti al potere prima del 2015 – siano chiamati a rispondere dei loro atti.

Da parte sua Novartis la settimana scorsa aveva fatto sapere che sul caso era stata avviata un’indagine interna. «Siamo determinati a comprendere a fondo la situazione e, se caso, ad assumerci la responsabilità di tutte le attività che non hanno rispettato i nostri elevati standard di condotta etica», aveva affermato l’azienda. Il gruppo sta inoltre cooperando da 14 mesi con le autorità greche e americane.

I politici coinvolti respingono le accuse e ritengono che si è di fronte a una vasta campagna diffamatoria. Sostengono che il governo Tsipras voglia sviare l’attenzione dalla grave crisi finanziaria. L’ex primo ministro Samaras ha parlato di un intrigo e del «più grande complotto dalla fondazione della Grecia moderna».

Secondo i dati dell’Organizzazione per cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) in Grecia la quota degli acquisti di farmaci sull’insieme della spesa sanitaria è salita dal 24% al 31% fra il 2006 e il 2011, per poi tornare a scendere al 26% nel 2015 in seguito alle pressioni dei creditori internazionali.

Stando ad esperti giuridici la vicenda, oltre a scuotere la politica greca, potrebbe portare a vertenze che dureranno diversi mesi se non anni.

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