Industria farmaceutica, il giorno dell’orgoglio “Allo Stato chiediamo più stabilità”

L’appello degli imprenditori: "L’industria farmaceutica in Italia è fatta da 165 fabbriche, 65mila dipendenti diretti, 63mila nell’indotto, 25 miliardi di investimenti e 2,4 miliardi di euro destinati alla ricerca e sviluppo. Chiediamo un patto che ci dia stabilità o non potremo fare investimenti"

 

Firenze, 11 maggio 2012 – A Sesto Fiorentino va in scena la giornata dell’orgoglio di «Big Pharma», la prima tappa della campagna dell’industria farmaceutica italiana per reclamare maggiore attenzione da parte di Governo e Regioni e dare le cifre di produzioni e occupazione.

«L’industria farmaceutica in Italia è fatta da 165 fabbriche, 65mila dipendenti diretti, 63mila nell’indotto, 25 miliardi di investimenti e 2,4 miliardi di euro destinati alla ricerca e sviluppo. Non chiediamo privilegi, chiediamo solo un patto che ci dia stabilità, perché investimenti ingenti non si possono decidere se non c’è una stabilità nel Paese».

E’ la tesi centrale dell’intervento del presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, al quale ha fatto eco Lucia Aleotti, vicepresidente di Farmindustria e vertice della Menarini. «Silenziosamente, negli ultimi anni, la farmaceutica ha perso 10mila addetti. Non vogliamo che faccia la fine della chimica e della siderurgica in Italia, che il settore vada in crisi e solo allora si capisca che era strategico».

Davanti al sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo e al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, Farmindustria ha chiesto di «trovare nuovi equilibri e di premiare l’innovazione». «La spesa farmaceutica – elenca Lucia Aleotti – rappresenta il 16% della spesa totale per la sanità. Negli ultimi 5 anni il settore ha contribuito ai risparmi per 11 miliardi. Ora ci viene chiesto di risparmiare, con tagli, altri 800 milioni.
Eppure non c’è dibattito. Basterebbe che se ne parlasse almeno quanto si parla della tassa sul junk food, sul cibo sp

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